XVIII « It's a tug of war What with one thing and another It's a tug of war We expected more But with one thing and another We were trying to outdo each other In a tug of war:.» —Paul McCartney Detesto le afasie — le tue — che ingravidano di silenti zavorre il mio pensiero eppure, non mi va che tu mi parli — nei miei giorni dementi — rigettando su me quel ributtante tuo vomito verbale: meglio il buio affannoso, annacquato d’azzurrognolo di una notte assassina. Ti sei accorto? Vegeto sotto una cappa di vetro e sterco e nelle congiuntive la nafta mi trasuda. Mi salva, per salvarmi, forse questa mia prorompente volubilità indisponente, acerba se risente di un risveglio paventato ed atteso, perché, se agogno a perdere, agognerò di certo a ritrovare. Rinascerò tutte le volte e pure un’altra ancora fronda vitale od escoriato bronco nel giorno della fine. Adesso alle mie porte non bussate! Devo imparare di nuovo la mia lingua, ritrovare quel bandolo, sapere se ci reincontreremo un giorno a Urbino al Palazzo Ducale o sotto i portici presso la casa — ahimè — di Raffaello che ho visto da bambino e poi mai più: allora solo forse ... (dagli ottoni, in lontananza sordo un cupo accordo di settima minore fu suonato ). 1984; 2000; 26 agosto-23 dicembre 2024