MODERNIZZAZIONE E POTERE LOCALE Pierluigi Totaro L’azione politica di Fiorentino Sullo in Irpinia 1943-1958 C LIO P RESS Università degli Studi di Napoli Federico II Pubblicazioni del Dipartimento di Discipline Storiche “Ettore Lepore” Università degli Studi di Napoli Federico II Pubblicazioni del Dipartimento di Discipline Storiche «Ettore Lepore» Saggi, 11 Pubblicazioni del Dipartimento di Discipline Storiche «Ettore Lepore» Consiglio scientifico Francesco Aceto, Francesco Barbagallo, Werner Eck, Carlo Gasparri, Gennaro Luongo, Fernando Marias, John Marino, Mark Mazover, Anna Maria Rao, André Vauchez, Giovanni Vitolo Comitato editoriale Francesco Bifulco (coordinatore), Antonella Ambrosio, Annunziata Berrino, Luigi Cicala, Pierluigi Totaro Saggi 1. La costruzione della verità giudiziaria , a cura di Marcella Marmo e Luigi Musella 2. Scritture femminili e Storia , a cura di Laura Guidi 3. Roberto P. Violi, La formazione della Democrazia Cristiana a Napoli 4. Andrea D’Onofrio, Razza, sangue e suolo. Utopie della razza e progetti eugene- tici nel ruralismo nazista 5. Vivere la guerra. Percorsi biografici e ruoli di genere tra Risorgimento e primo conflitto mondiale , a cura di Laura Guidi 6. Maria Rosaria Rescigno, All’origine di una burocrazia moderna. Il personale del Ministero delle Finanze nel Mezzogiorno di primo Ottocento 7. Gli uomini e le cose. I. Figure di restauratori e casi di restauro in Italia tra XVIII e XX secolo , a cura di Paola D’Alconzo 8. Poteri, relazioni, guerra nel regno di Ferrante d’Aragona , a cura di Francesco Senatore e Francesco Storti 9. Flavia Luise, L’Archivio privato d’Avalos 10. Nuovi studi su Kyme eolica , a cura di Lucia A. Scatozza Höricht Pierluigi Totaro Modernizzazione e potere locale L’azione politica di Fiorentino Sullo in Irpinia 1943-1958 Prefazione di Francesco Barbagallo C LIO P RESS Università degli Studi di Napoli Federico II ClioPress - Dipartimento di Discipline Storiche «Ettore Lepore» www.cliopress.unina.it Copyright © 2012 - ClioPress Tutti i diritti riservati Prima edizione: ottobre 2012 ISBN 978-88-88904-16-0 Modernizzazione e potere locale / di Pierluigi Totaro. - Napoli : ClioPress, 2012. - 544 p. ; 24 cm (Saggi ; 11) Accesso alla versione elettronica: www.cliopress.unina.it/totaro.html ISBN 978-88-88904-16-0 Indice Prefazione, di Francesco Barbagallo Ringraziamenti Sigle e abbreviazioni I. Origini e formazione della Democrazia cristiana in Irpinia 1. Chiesa e movimento cattolico dal fascismo al dopoguerra 2. Resistenze del passato e limiti del nuovo nella transizione democratica 3. La nascita della Democrazia cristiana 4. Crisi economica, disgregazione sociale, frammentazione politica 5. L’epurazione addomesticata 6. Un partito dall’identità incerta II. Le premesse del potere democristiano 1. Il triplice voto del 1946 2. I nuovi spazi dello scontro politico 3. L’attivismo di Fiorentino Sullo e i prodromi dell'intervento straordinario 4. Le elezioni politiche del 1948 al di là del dilemma ideologico III. Politica e società nell’età del centrismo 1. Modalità, caratteristiche e limiti dell'affermazione democristiana 2. Il dominio condizionato della politica 3. L’illusione maggioritaria e la crisi del centrismo IV. Dalla svolta fanfaniana alla sperimentazione del centro-sinistra 1. Il dibattito sulla classe dirigente e la lotta per la leadership 2. Evoluzione ed espansione del potere democristiano 3. Le elezioni amministrative del 1956 e l’esperimento del centro-sinistra 9 13 15 19 22 22 22 22 22 22 69 22 22 22 22 129 22 22 22 199 22 22 22 V. Nuove strategie e geografie del potere 1. Oltre i confini provinciali 2. Una convivenza difficile. Sulliani e basisti all’indomani del XII congresso provinciale 3. Poteri personali e indirizzi politici alla prova elettorale del 1958 4. Dopo il voto. Ciriaco De Mita alla guida del partito Documenti Tabelle Nota illustrativa 1. Referendum istituzionale 2. Il voto di lista 3. La partecipazione al voto 4. Il voto di preferenza democristiano Cartogrammi Nota illustrativa 1. Primati di lista 2. Primati individuali 3. Tassi di leaderismo. Fiorentino Sullo Cartografia 1. La provincia di Avellino 2. I comuni e le aree geografiche della provincia di Avellino, 1958 3. Le zone altimetriche della provincia di Avellino 4. Il grado di sviluppo della provincia di Avellino 5. Ripartizione dei comuni della provincia di Avellino per collegi elettorali del Senato della Repubblica, 1958 6. Ripartizione dei comuni della provincia di Avellino per diocesi, 1958 Indice dei nomi 277 22 22 22 22 363 461 22 22 22 22 491 22 22 22 517 22 22 22 22 22 22 22 535 A Francesco Giovanni e a Maria Rosa Prefazione Francesco Barbagallo Pierluigi Totaro ha lavorato a lungo a questo studio. Il risultato, di grande ri- lievo, corrisponde a un impianto metodologico particolarmente solido, che intreccia diversi approcci disciplinari: la storia politica ed economica di una comunità so- ciale in una dimensione provinciale, una competenza specialistica di geografia elet- torale aggiornata secondo i più affinati sistemi informatici, una sensibilità pecu- liare nell’approfondire le relazioni di potere che stringono e spesso contrappon- gono personalità appartenenti ad ambiti differenti: politici, sociali, religiosi. Un ampio percorso di ricerca ha prodotto un profilo molto accurato di una provincia povera del Sud, caratterizzata però da una grande ricchezza culturale e politica. Il quindicennio, scandagliato nel profondo, va dalla caduta del fasci- smo alla fine degli anni cinquanta. Emerge quindi una delle tante realtà perife- riche, di notevole rilievo politico, che caratterizzano il processo di formazione del- la Dc, che a differenza di altre esperienze avviene «secondo una modalità orga- nizzativa non verticistica e burocratica», come osserva Totaro. Principale oggetto della ricerca è il processo di costruzione di una nuova ege- monia politica e sociale, realizzato da un partito nuovo, la Democrazia cristiana, guidato da personalità giovani dotate di una robusta struttura culturale e di una forte propensione al cambiamento, in una provincia del Sud molto arretrata e sol- cata da consistenti resistenze conservatrici. Fiorentino Sullo è il protagonista politico di un’impresa che sostituisce la clas- se dirigente dell’età liberale, proprietaria e clientelare, con un nuovo ceto politi- co di origine popolare e di forte impronta cattolica. Come racconta nelle memorie inedite, parzialmente riprodotte in appendi- ce, Sullo è particolarmente sensibile all’influenza di Guido Dorso e delle sue idee sulla necessità di una nuova classe dirigente meridionale, che rompa con la sub- alternità clientelare dell’età liberale. La sua matrice cattolica, rafforzata dalla re- sponsabilità di dirigente della Fuci irpina nei primi anni ’40, lo porterà a scegliere la Democrazia cristiana rispetto al Partito d’Azione. Ma saranno proprio i vescovi e le strutture ecclesiastiche dell’Irpinia gli avversari più decisi delle aperture politiche di Sullo, a partire dal suo impegno per la Re- pubblica nel ’46, e gli contrapporranno i vecchi esponenti del mondo politico li- 9 berale trasmigrati nella Dc e gli esponenti conservatori del nuovo partito d’ispi- razione cattolica. In una realtà provinciale isolata e attardata Sullo rappresenterà le istanze e i progetti di modernizzazione realizzate, almeno parzialmente, dalla politica di in- tervento straordinario dello Stato attraverso la Cassa per il Mezzogiorno, forte- mente voluta da Donato Menichella e da Pasquale Saraceno e gestita a livello po- litico e pratico da Alcide De Gasperi e da Gabriele Pescatore. Pierluigi Totaro ricostruisce con molta cura la formazione del sistema ege- monico di Sullo, fondato sulla gestione degli enti collegati al progetto di svi- luppo del Mezzogiorno. Non per caso il giovane deputato rivolgerà la sua at- tenzione e il suo impegno ai consorzi idrici e di bonifica, dall’Alto Calore al- l’Ufita, che rappresentano uno strumento essenziale per la modernizzazione del territorio, ma anche elementi basilari per la strutturazione di un diffuso consenso sociale ed elettorale. La strategia di «sconfinamento organizzativo» della Dc di Sullo, come la de- finisce Totaro, si estenderà poi alla Camera di Commercio e all’Istituto autono- mo case popolari di Avellino, e verso altri organismi provinciali di «varia natu- ra e competenza, anch’essi potenziali poli di gestione della spesa pubblica o co- munque rilevanti quali canali di collegamento con la società e gli interessi eco- nomici locali». Di pari passo col processo di lenta modernizzazione di una provincia arretrata si sviluppa un sistema di potere locale che, anch’esso lentamente, finirà per scon- figgere e sostituire, lungo gli anni ’50, le amministrazioni e le aree d’influenza po- litica della destra irpina, monarchica e missina, nonché gli stessi deputati demo- cristiani di tendenza più tradizionale. Molto interessante è la vasta documentazione sugli interventi costanti dei ve- scovi irpini, come nel resto d’Italia, all’interno della lotta politica, sia esterna che interna alla Democrazia cristiana. Il passaggio di Sullo alla corrente della Sinistra di Base, di cui sarà per un po’ l’unico deputato, gli assicurerà non solo l’avversio- ne di Fanfani, ma la considerazione di criptocomunista, o meglio di «comuni- stello di sagrestia» da parte delle gerarchie ecclesiastiche. La corrente di Base era stata fondata nel 1953 con la partecipazione di un nu- trito gruppo di giovani irpini: Ciriaco De Mita, Gerardo Bianco, Biagio Agnes, Nicola Mancino, cui si aggiunsero poi, intorno al settimanale «Cronache Irpine», Salverino De Vito, Giuseppe Gargani, Aristide Savignano. Questi giovani de- mocristiani riproposero il problema del rinnovamento della classe dirigente locale, 10 Prefazione che lo stesso Sullo, a distanza di un decennio, riconosceva non essersi realizzato «così come era nei nostri voti e nelle nostre speranze del lontano 1944». Totaro coglie con finezza il principale punto di distinzione tra l’ormai affer- mato parlamentare e governante e la nuova generazione democristiana dell’Irpinia, che emerge già a metà degli anni ’50, e che solo parecchi anni dopo sarebbe esplo- sa in una definitiva frattura. Il problema fondamentale restava quello dei carat- teri e dell’azione della classe dirigente e delle sue relazioni con una struttura so- ciale di lenta e difficile mobilitazione: mentre per il parlamentare un radicale rinnovamento della classe dirigente non poteva pre- cedere e avrebbe invece di necessità seguito i mutamenti socio-economici pilotati da una po- litica di impronta tecnocratica e dirigista, De Mita e gli altri del gruppo di «Cronache Irpi- ne» si mostrarono subito scettici verso qualsiasi forma di regolazione politica dei processi di trasformazione che venisse calata dall’alto su una società sostanzialmente indifferente, impreparata a recepirla e a giovarsene. A loro parere, solo un preventivo svecchiamento della classe politi- ca e la mobilitazione dal basso della popolazione avrebbero favorito una reale modernizzazione. Del resto, il problema che l’intelligenza laica di Francesco Compagna e di Giu- seppe Galasso poneva in quegli anni era proprio questo, e Totaro lo mette bene in luce: la modernizzazione anche parziale del tessuto socio-economico sareb- be riuscita ad avviare un nuovo corso politico oppure avrebbe finito per restrin- gersi nelle pratiche dell’assistenzialismo e della degenerazione trasformistica? La ricostruzione di Totaro è molto acuta e penetrante anche perché, da un lato, approfondisce l’analisi qualitativa delle vicende politiche e amministrative, con una puntuale attenzione al ruolo e all’azione di personalità maggiori e minori sul- la scena locale; dall’altro procede a un raffinata analisi quantitativa dei dati elet- torali, esplorati e ricomposti con grandissima cura, grazie anche a una spiccata com- petenza informatica che gli consente di trarre risultati di conoscenza molto in- novativi, in particolare dall’elaborazione statistica e dalla rappresentazione car- tografica del voto di preferenza. Ne risulta una visione inedita e molto dettagliata dei confronti e degli scon- tri tra i leader democristiani del collegio elettorale Benevento-Avellino-Salerno: prima i conflitti irpini tra il progressista Sullo e i tradizionalisti Amatucci e Sco- ca e poi il conflitto interprovinciale col sannita Mario Vetrone e la Coldiretti e col salernitano Carmine De Martino e la sua corrente già antidegasperiana ne- gli anni della riforma agraria. 11 Pierluigi Totaro, Modernizzazione e potere locale Una preziosa e originale lettura dei dati elettorali consente di seguire gli scon- finamenti provinciali dei leader e di ricostruire le alleanze elettorali interprovinciali, in un panorama molto mosso e avvincente di incontri e contese tra zone territoriali, esponenti politici e amministrativi, ceti sociali e categorie professionali. Molto stimolante è anche la narrazione dell’impegno della Cisl di Giulio Pastore nel di- fendere la sua autonomia sindacale rispetto all’iniziativa politica dei leader de- mocristiani, anche nella forma estrema di lunghi commissariamenti delle strut- ture più esposte e incapaci di reggere il peso dei prevaricanti poteri politici. Di notevole interesse è infine la ricostruzione della fase dell’apertura a sinistra, che in Irpinia si apre già nel ’56, in anticipo sulla situazione italiana, grazie al pre- dominio della Sinistra di Base, cui aderisce anche Sullo, che torna insieme ai suoi giovani amici a subire gli strali della gerarchia ecclesiastica, in prima fila contro questa nuova forma di pericolo «socialcomunista». Le elezioni del 1958 rappresenteranno il rafforzamento della supremazia di Sullo nell’intero collegio elettorale. Ma la mancata elezione di De Mita alla Ca- mera e la sua nomina a segretario della Dc irpina aprirà una fase nuova, che cam- bierà il carattere del sistema egemonico costruito da Sullo in Irpinia. Come Totaro mette bene in luce, l’affidamento del partito a De Mita equivar- rà «di fatto a una rinuncia a quella forma esclusiva di potentato personale che ave- va sin lì caratterizzato la sua azione politica e in sostanza all’accantonamento di un modello di governo del partito e della provincia basato sull’unità intorno alla sua persona di forze non omogenee, anzi collocate su posizioni diametralmente opposte nel modo di concepire e praticare il rapporto tra politica e società locale». Questa sorta di diarchia durerà alcuni anni e preparerà l’avvento del nuovo po- tere demitiano, centrato sul predominio politico del ruolo del partito. L’egemo- nia di De Mita non sembra però che abbia realizzato l’immaginato progetto di formare una classe dirigente in grado di mobilitare in senso fortemente innova- tore la società irpina. Sembra perciò condivisibile, ancora una volta, il giudizio conclusivo dell’au- tore di questo importante studio circa la difficoltà di realizzare nella pratica po- litica le innovazioni disegnate a livello progettuale: «del dismesso sistema di po- tere, di lì a qualche lustro quello di nuovo conio, a dispetto dei propositi più vol- te ribaditi dai suoi fautori, avrebbe finito per assumere più di un tratto distinti- vo, insieme a una folta schiera di gregari». 12 Prefazione Ringraziamenti Nel congedare il volume desidero esprimere la mia gratitudine a Francesco Barbagallo per il costante sostegno ricevuto nel corso della ricerca, l’atten- ta lettura delle diverse stesure del lavoro, l’incoraggiamento alla pubblica- zione. Mi preme inoltre rivolgere un particolare ringraziamento alle signore Viretta De Laurentiis e Marcella Sullo per la loro amabile ospitalità e per l’invito a pro- cedere nella libera consultazione del carteggio personale e politico che Fioren- tino Sullo mi aveva generosamente accordato. P. T. 13 Sigle e abbreviazioni 1. Fonti archivistiche e a stampa CN Consulta Nazionale AC Assemblea Costituente AP Atti parlamentari CD Camera dei Deputati SR Senato della Repubblica ACS Archivio Centrale dello Stato, Roma MI Ministero dell’Interno Dir. Gen. PS Direzione Generale di Pubblica Sicurezza Div. AA.GG.RR. Divisione Affari Generali e Riservati Gab. Gabinetto Fasc. perm. Fascicoli permanenti AD Archivio «Guido Dorso», Avellino D Documenti ADAI Archivio diocesano di Ariano Irpino ADA Archivio diocesano di Avellino ADM Archivio diocesano di Montevergine AGP Archivio «Giulio Pastore», Roma APOA Archivio della Pontificia Opera di Assistenza, Roma ASACI Archivio storico dell’Azione Cattolica Italiana, Istituto «Paolo VI», Roma PG Presidenza Generale 15 Fuci Federazione Universitaria Cattolica Italiana Giac Gioventù Italiana di Azione Cattolica ASACLI Archivio storico delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani, Roma ASCC Archivio storico della Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori - Campania, Napoli ASILS Archivio storico dell’Istituto Luigi Sturzo, Roma Dc Archivio della Democrazia cristiana Dir. naz. Direzione nazionale Sp Segreteria politica As Atti dei segretari Op Organi periferici ASNC Archivio storico nazionale della Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori, Roma ASCGIL Archivio storico della Confederazione Generale Italiana del Lavoro, Roma ASF Archivio storico della Federbraccianti, Roma ASSR Archivio storico del Senato della Repubblica, Roma FAF Fondo Amintore Fanfani CFS Carte Fiorentino Sullo, Roma CIIAC Consorzio idrico interprovinciale dell’Alto Calore, Avellino IG Fondazione Istituto «Gramsci», Archivi, Roma APC Archivio del Partito Comunista Italiano MAF Ministero dell’Agricoltura e Foreste, Roma 16 Introduzione 2. Partiti e liste ADN Alleanza democratica nazionale BN Blocco nazionale BNL Blocco nazionale della libertà BPU Blocco popolare unionista CDR Concentrazione democratica repubblicana DC Democrazia cristiana DL Democrazia del lavoro FDP Fronte democratico popolare GCI Gruppo combattenti e indipendenti MNDS Movimento nazionalista per la democrazia sociale MSI Movimento sociale italiano MU d’I Movimento per l’unità d’Italia P. d’AZ Partito d’azione PC d’I Partito dei contadini d’Italia PCI Partito comunista italiano PCS Partito cristiano sociale PLI Partito liberale italiano PMP Partito monarchico popolare PNM Partito nazionale monarchico PNMA Partito nazionale monarchico e Alleanza democratica na zionale del lavoro PRI Partito repubblicano italiano PRI-PR Partito repubblicano italiano - Partito radicale PSDI Partito socialdemocratico italiano PSI Partito socialista italiano PSIUP Partito socialista italiano di unità proletaria PUN Partito di unione nazionale UDN Unione democratica nazionale UMF Unione movimenti federalisti UNDIP Unione nazionale democratica impiegati pubblici UQ Fronte dell’Uomo qualunque US Unità socialista USI Unione socialista indipendente Avvertenza: i riferimenti ai quotidiani presenti nel volume si intendono alle edizioni provin- ciali o regionali. 17 Pierluigi Totaro, Modernizzazione e potere locale I. Origini e formazione della Democrazia cristiana in Irpinia 1. Chiesa e movimento cattolico dal fascismo al dopoguerra Le iniziative periferiche che tra il 1943 e il 1944 diedero vita ai nuclei ori- ginari della Democrazia cristiana nel Mezzogiorno liberato delinearono un mo- dello di organizzazione e insediamento territoriale del partito destinato a ri- prodursi anche nel resto del Paese. Le prime sezioni democristiane, sorte in modo spontaneo e improvvisato, indipendentemente da impulsi degli orga- ni centrali e intorno a un’idea piuttosto vaga di partito cattolico – quale co- minciava a diffondersi per l’impegno del clero, delle associazioni laicali, dei vec- chi militanti del Partito popolare –, si strutturarono e si apprestarono all’azione essenzialmente come propaggini del mondo ecclesiale, motivate da interessi e valori spesso non immediatamente politici e piuttosto spiccatamente e di- chiaratamente religiosi o sociali in senso lato 1 . A partire dalla metà del ’44, ai dirigenti nazionali spettò pertanto una delicata opera di mediazione e unifi- cazione, avviata con l’adozione di uno statuto provvisorio e di quel simbolo che, ereditato dal Partito popolare, era stato già ripreso in molte realtà loca- li. Il processo di formazione della Dc si sviluppò in sostanza per graduale ag- gregazione al centro di nuclei sorti in periferia, secondo una modalità orga- nizzativa non verticistica e burocratica che avrebbe impresso al partito un ca- rattere distintivo duraturo, motivo insieme di forza e di debolezza del suo ra- dicamento nel complesso scenario nazionale 2 . In virtù di tale impostazione, la Democrazia cristiana mostrò infatti sin dalle origini un’estrema duttilità nel riflettere le diverse componenti, tutt’altro che omogenee, del movimento cat- tolico, e in genere del cattolicesimo italiano, e nel rappresentare con efficacia i diversi retroterra sullo sfondo dei quali si trovò a operare 3 . Peraltro, è pur vero che nell’immediato dopoguerra, negli anni di incubazione del sistema de- mocratico, l’assenza di una struttura fortemente accentrata fu scontata dalla Dc con una subalternità, a volte marcata e palese, ai variegati assetti di pote- re che si ripristinavano o affermavano in periferia. In particolare nel Mezzo- giorno, dove il movimento cattolico accusava rilevanti ritardi e carenze di pe- 19