UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI F IRENZE DIPARTIMENTO DI ITALIANISTICA BIBLIOTECA DIGITALE Moderna 3 UNIVERSITÀ DEGLI S TUDI DI F IRENZE − DIPARTIMENTO DI I TALIANISTICA BIBLIOTECA DIGITALE MODERNA 1. Giuseppe Dessí. Storia e catalogo di un archivio , a cura di Agnese Landini, 2002 2. Le corrispondenze familiari nell'archivio Dessí , a cura di Chiara Andrei, 2003 3. Nives Trentini, Lettere dalla Spagna. Sugli epistolari a Oreste Macrí , 2004 INFORMATICA E LETTERATURA 1. BIL Bibliografia Informatizzata Leopardiana 1815-1999. Manuale d’uso ver. 1.0 , a cura di Simone Magherini, 2003 NIVES TRENTINI LETTERE DALLA SPAGNA SUGLI EPISTOLARI A ORESTE MACRÍ Firenze University Press 2004 Lettere dalla Spagna: sugli epistolari a Oreste Macrí / Nives Trentini. – Firenze: Firenze University Press, 2004. (Biblioteca digitale. Moderna / Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Italianistica, 3) http://digital.casalini.it/8884531888 Stampa a richiesta disponibile su http://epress.unifi.it ISBN 88-8453-188-8 (online) ISBN 88-8453-189-6 (print) 809.0092 (ed. 20) Macrí, Oreste - Lettere e carteggi Direzione Scientifica: Anna Dolfi Redazione: Simone Magherini Proprietà letteraria riservata Riproduzione in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata © 2004 Firenze University Press Università degli Studi di Firenze Firenze University Press Borgo Albizi, 28 50122 Firenze, Italy http://epress.unifi.it/ Printed in Italy INDICE I. IL LABORATORIO « ISPANICO » DELLE LETTERE ORESTE MACRÍ E L ’ ISPANISMO INTERNAZIONALE 1.0. Premessa alle «Lettere dalla Spagna» p. 9 1.1. Sulla traduzione dell’opera poetica di Antonio Machado: dalle edizioni di Lerici alle «Poesías y Prosas completas» p. 11 1.1.0. La «consorteria» dei machadisti p. 11 1.1.1. La pubblicazione delle «Poesie» e delle «Prose» p. 14 1.1.2. « Los Complementarios» e il «Cuaderno de Literatura» p. 16 1.1.3. L’edizione di «Poesías y prosas completas» p. 18 1.1.4. Un carteggio minore: Félix Lorenzo p. 23 1.2. Qualche testimonianza di un itinerario traduttivo p. 25 1.2.0. Fray Luis de León e l’interpretazione dei codici luisiani p. 25 1.2.1. Federico García Lorca p. 28 1.2.2. Macrí: la traduzione di Guillén p. 32 1.3. I contatti con l’ambiente ermetico fiorentino p. 36 1.4. Macrí e il mondo dell’università p. 40 1.5. Su alcuni corrispondenti p. 46 1.5.0. Joaquín Arce p. 47 1.5.1. Américo Castro p. 52 1.5.2. Rafael Lapesa Melgar p. 61 1.5.3. Fernando Lázaro Carreter p. 64 1.6. Conclusioni p. 65 II. LE LETTERE DALLA SPAGNA Nota alla consultazione p. 69 Lettere p. 73 Breve bibliografia degli scritti citati di Oreste Macrí p. 359 III. APPENDICE EPISTOLARE RAMÓN MÉNENDEZ PIDAL – AMÉRICO CASTRO – ISABEL E FRANCISCO GARCÍA LORCA I CARTEGGI A ORESTE MACRÍ Nota ai testi p. 367 1. Ramón Menéndez Pidal p. 369 2. Américo Castro p. 374 3. Isabel García Lorca p. 400 4. Francisco García Lorca p. 403 Indice dei nomi del corpus epistolare p. 405 Indice dei nomi (dell’introduzione e appendice epistolare) p. 425 I IL LABORATORIO «ISPANICO» DELLE LETTERE. ORESTE MACRÍ E L’ISPANISMO INTERNAZIONALE 1.0. Premessa alle «Lettere dalla Spagna» L’epistolario «spagnolo» 1 di Macrí si compone di oltre millequattrocento pezzi con tipologie 2 , argomenti 3 , interlocutori 4 fra i più vari: si passa dagli auguri alle divergenze d’interpretazione sui testi; dai saluti alla richiesta di notizie sulla salute del destinatario; dalle lodi per un’importante edizione critica, all’elenco dei documenti da presentare per un lettorato. La vasta 1 Per comodità si è deciso di denominare come «spagnolo» tutto l’epistolario e/o le lettere scritte in lingua spagnola, anche laddove queste provengono dall’America o da altri paesi europei. Fra le Lettera dalla Spagna , non mancano esemplari inviati da ispanisti stranieri. 2 Per ciò che riguarda i documenti epistolari ispanici ritrovati nel Fondo Macrí davvero ampia e variegata è la tipologia composta da lettere , note, bigliettini, biglietti da visita, cartoline illustrate, cartoline postali, telegrammi. Non mancano lettere «triangolari»: sono copie di missive inviate a Macrí, ma spedite inizialmente a un destinatario diverso che solo in seguito le mandò a Don Oreste. Queste copie concernono soprattutto questioni editoriali (come alcuni pezzi epistolari di Manuel Á lvarez de Lama o di Esther Benítez ) o contengono pareri sull’opera di un autore (come nel caso delle lettere di Alejandro, José María Aguirre , José Ares Montes, Juan López Morillas destinate a Pablo Luis Ávila e da questi inviate a Macrí). 3 Data la corposità del carteggio ispanico, gli argomenti trattati nei singoli scritti epistolari sono decisamente consistenti. Le lettere, nell’intrecciarsi delle tematiche, riproducono in prevalenza aspetti concernenti la professione intellettuale e docente di Macrí e dei corrispondenti. Il dialogo con il destinatario ‘assente’ – che talvolta copre interi decenni o tutta la vita – si basa in gran parte su interessi comuni e la discussione ha come oggetto incarichi editoriali, congratulazioni per un libro, approfondimenti su un autore, informazioni su convegni, pubblicazione di articoli e di volumi, ragguagli sulle varianti nei manoscritti di Machado, richieste di collaborazione a riviste, ecc. A fianco della progettualità professionale non mancano certo accenni alla vita quotidiana, alla famiglia, a problemi di vario tipo: le confidenze, quasi celate nell’ incipit o nelle formule di congedo, fanno emergere un’affettività e un’ammirazione verso Oreste Macrí da parte degli scriventi che riflettono il ritratto più umano dell’amico e del «maestro». L’epistolario come luogo della scrittura dell’intimo è raro nelle Lettere dalla Spagna : lo si può rinvenire, a latere , in alcuni corrispondenti (Joaquín Arce, Pablo Luis Ávila, Américo Castro, Carmelo del Coso, Walter de Sousa Medeiros, Annamaria Saludes i Amat), ma, data la natura ben individuata dei messaggi, è piuttosto il versante letterario a prevalere grazie anche a una sorta di patto implicito tra i corrispondenti (identificabile con la ragione stessa della lettera). 4 Le lettere dalla Spagna sono composte da oltre millequattrocento pezzi scritti da quasi quattrocento mittenti. Fra i corrispondenti si annoverano italianisti, amici, collaboratori, colleghi, ricercatori, ammiratori, studiosi semplici o di nota fama, direttori di case editrici o di riviste, lettori, studenti, ecc. SUGLI EPISTOLARI A ORESTE MACRÍ 10 gamma dei temi trattati ci obbliga a suddividere il materiale secondo delle coordinate generali che, semplificando, raccolgono le testimonianze più significative in paragrafi dedicati ai poeti tradotti da Macrí 5 , alla sua vicinanza con l’ambiente ermetico, tratteggiato indirettamente dai corrispondenti, alla vita accademica 6 Data la discontinuità ed imponenza del carteggio – caratterizzato dalla presenza di quasi quattrocento mittenti, talvolta rappresentati solamente da una o due lettere – si è scelto di far convergere i dati raccolti in un unico discorso incentrato sulla letterarietà degli argomenti: lo scopo è quello di delineare la personalità culturale e umana del destinatario assente attraverso i suoi rapporti con l’ambiente ispanico. Il dialogo strutturato dalle singole missive seguirà il criterio di rappresentatività, minore o maggiore, degli studiosi, mettendo in luce soprattutto gli scambi e gli interessi degli stranieri che ebbero occasione di interloquire con Macrí fin dai suoi primi contatti con la Spagna 7 A tal fine il nostro excursus è stato suddiviso in due parti: la prima è finalizzata a creare una mappa esistenziale e culturale del legame di Macrí con il mondo ispanico – anche attraverso accenni alle edizioni di Antonio Machado, Fray Luis de León, Federico García Lorca, Jorge Guillén e dei ritardi nella pubblicazione di importanti studi; la seconda, obbedendo a una implicita volontà di Macrí che ha conservato la posta inviatagli, è volta a disegnare un affresco dell’ambiente che accolse e apprezzò il lavoro di interprete e di traduttore del critico fiorentino, contestualizzandolo in luoghi e in date che contribuiscono a schematizzare un’epoca fondata su quelle «dimore vitali» 8 diventate il titolo di uno dei più suggestivi libri di Macrí. Uno spazio a parte sarà dedicato ai personaggi che per quantità di tessere e per rilievo critico necessitano di una trattazione specifica. 5 Si tratteranno soprattutto le principali edizioni critiche di Antonio Machado, Fray Luis de León, Federico García Lorca, Jorge Guillén. 6 La vita accademica è rappresentata non solo dalle voci pervenute, per interposta persona, di grandi scrittori o critici come Dámaso Alonso e Jorge Guillén – o direttamente come nel caso di Menéndez Pidal e Américo Castro –, ma anche dalle questioni pratiche relative ai lettorati, alle offerte e alle domande di collaborazione, alle ricerche bibliografiche, fino alle prenotazioni di alloggi per gli amici stranieri o all’ospitalità data. 7 La prima lettera dalla Spagna del Fondo Macrí è datata 1948. 8 Cfr. Oreste Macrí, Le mie dimore vitali , a cura di Anna Dolfi, Roma, Bulzoni, 1998. IL LABORATORIO « ISPANICO » DELLE LETTERE 11 1.1. Sulla traduzione dell’opera poetica di Antonio Machado: dalle edizioni di Lerici alle «Poesías y prosas completas» 1.1.0. La «consorteria» dei machadisti La traduzione e l’interpretazione critica dell’opera di Machado è la storia di una vita che Macrí narra sinteticamente in Diorama della poesia spagnola del Novecento 9 e nella Storia del mio Machado 10 . L’appartenenza al gruppo dei «machadisti» sigla il debito reciproco cresciuto negli anni: se la suddivisione tra «mio» e «nostro» riflette la specificità del percorso di ogni corrispondente nell’esegesi dell’opera del poeta spagnolo (la responsabilità personale e la condivisione collettiva), al contempo rammenta la «genorosidad» 11 dei colleghi quale elemento determinante nella crescita dello studio su Antonio Machado. Il «riconoscimento ai machadisti», come rammenta lo stesso Macrí, è la chiave che consente di capire il ruolo che alcuni, talvolta cari amici, hanno avuto nell’ampliamento e nell’approfondimento dei monumentali tomi di Espasa-Calpe: Nel Prólog o [di Obras completas ] ho espresso il mio debito e riconoscimento ai machadisti di tutto il mondo. Esiste una Fundación Antonio Machado, che ha protetto l’edizione Espasa-Calpe, ma noi machadisti non siamo una consorteria di tipo stendhaliano, tentiamo di essere «buenos» come don Antonio. La bibliografia copre 175 pagine con intenzione esaustiva. Non ci siamo sentiti di operare una selezione 12 9 O. Macrí, Diorama della poesia spagnola del Novecento , in Poesia spagnola del Novecento , a cura di Oreste Macrí, Milano, Garzanti, 1985 (IV edizione riveduta e ampliata in 2 tomi). La prima edizione di Poesia spagnola del Novecento risale al 1952 (Parma, Guanda). 10 O. Macrí, Storia del mio Machado , in Actas del Congreso internacional « Antonio Machado hacia Europa» , edición de Pablo Luis Ávila, Madrid, Visor, 1993 (ora in O. Macrí, Studi Ispanici. I. Poeti e Narratori , a cura di Laura Dolfi, Napoli, Liguori, 1996, pp. 195- 223): «Desidero anzitutto spiegare il determinante «mio» del sintagma «mio Machado» [...]. Quel possessivo singolare rappresenta ogni mia responsabilità di lacune e di errori, diventando «nostro» se riferito ai machadisti, cui debbo molto, e, in particolare alla mia gloriosa generazione» ( ivi , p. 195). 11 O. Macrí, Prólogo , in Antonio Machado, Poesías y Prosas completas , Edición crítica de Oreste Macrí con la colaboración de Gaetano Chiappini, Fundación Antonio Machado, Madrid, Espasa-Calpe, 1989, p. 3. 12 O. Macrí, Storia del mio Machado cit., p. 220. SUGLI EPISTOLARI A ORESTE MACRÍ 12 La «consorteria» dei «buenos» è il filo conduttore che motiva e giustifica le testimonianze spagnole qui articolate. Iniziata nei primi anni di avvicinamento alla Spagna 13 , la dedizione all’opera di Machado accompagnerà Macrí fino al 1994 14 ; a lui, infatti, si lega la fortuna in Italia, e non solo, del poeta spagnolo e gli scriventi, uniti da uno stesso interesse, documentano attraverso le loro parole la ricezione delle varie edizioni machadiane lungo l’arco di cinquanta anni 15 . La posta inerente Don Antonio (soprattutto i ringraziamenti per l’invio delle Poesie 16 , delle Prose 17 e delle Poesías y Prosas completas 18 ) e gli aggiornamenti sulla collocazione dei rari manoscritti dei Complementarios e del Cuaderno de Literatura funge da vero e proprio laboratorio che accompagna il reperimento degli scritti del poeta da parte di tutti i «machadisti» 19 ; un laboratorio in cui l’amichevole baratto dei ritrovamenti (Aurora de Albornoz, Joaquín Arce, Manuel García Blanco, Francisco Rico, Domingo Ynduráin, ecc.) nasce dalla volontà comune di aggiungere nuovi tasselli ad una sorta di mosaico che, forse, solo l’edizione di Espasa-Calpe riesce a completare 20 La necessità di Macrí di costanti indicazioni sull’opera di Don Antonio ha generato negli anni proficui confronti con i suoi corrispondenti, coinvolgendo nella ricerca e nel riscontro di dati i colleghi stranieri, facilitati nel reperimento di materiali (manoscritti spesso ricopiati a mano, edizioni esaurite custodite nelle biblioteche o nelle emeroteche spagnole, numeri 13 Le prime versioni di Machado a cura di Macrí risalgono agli anni Quaranta con «I sogni dialogati» di Antonio Machado , in «Prospettive», 1940, pp. 11-12. 14 A. Machado, Opera poetica, «Poesías completas» e «Sueltas» , Introduzione e traduzione con testo a fronte, nuova edizione a cura di Oreste Macrí, Firenze, Le Lettere, 1994. 15 Per la ricezione del Machado da parte di un grande poeta italiano, Giorgio Caproni, si veda A. Dolfi, Prassi comparatistica e vocazione europea , in Poesia e traduzione nell’Europa del Novecento , a cura di Anna Dolfi, Roma, Bulzoni (in corso di stampa). 16 O. Macrí, Poesie di Antonio Machado , Studio introduttivo, testo critico riveduto, traduzione, note e testo, commento, bibliografia a cura di Oreste Macrí, Milano, Lerici, 1959, pp. 697; la seconda edizione delle Poesie , sempre per i tipi della Lerici risale al 1962 ed è accresciuta quasi del doppio (pp. 1389); ulteriormente rivista e aggiornata (di 1488 pagine) è anche la terza edizione delle Poesie di Antonio Machado del 1969. 17 O. Macrí, Prose di Antonio Machado , Traduzione e note a cura di Oreste Macrí e di Elisa Aragone Terni, Roma, Lerici, 1968. 18 A. Machado, Poesías y Prosas completas cit. 19 Cfr. O. Macrí, Storia del mio Machado cit., p. 195. 20 Non si dà un carattere ‘conclusivo’ all’edizione Espasa-Calpe per il ritrovamento del Fondo di Burgos ad opera di María Luisa Lobato nel 1989. IL LABORATORIO « ISPANICO » DELLE LETTERE 13 particolari di riviste, citazioni precise di passi, varianti testuali) 21 Nel laboratorio epistolare lo scambio di informazioni vede i corrispondenti costantemente interessati a un passaggio di notizie che ha il chiaro scopo di rendere sempre più esatti e completi i loro scritti (indicazioni di errori tipografici, pagine mancanti, fogli in cui compaiono varianti accettate, e non, dal poeta, refusi, individuazione dei proprietari di esemplari autografi, ecc.). Le segnalazioni bibliografiche sottolineano il profondo rispetto del lavoro che ognuno svolge, secondo precise scelte. Guillermo Díaz-Plaja 22 nel gennaio 1961 spedisce a Macrí un testo di Machado, informandolo di averne trovato, per caso, un altro nel Fondo de Cultura Económica de México 23 e Ángel Palacio Gros, nel 1963 24 , segnala il rinvenimento dell’ultima fotografia in terra spagnola di Machado 25 . Aurora de Albornoz, giovane poetessa che diverrà una nota interprete dell’opera machadiana, nel 1961 si offre di mandare da Puerto Rico una copia della poesia Miaja 26 («lo tengo hace tiempo»), segnalandogli la recente 21 Manuel García Blanco (professore ordinario di Letteratura spagnola nella Facoltà di Filosofía y Letras dell’Università di Salamanca) interpellato da Macrì, risponde alla «consulta» sulla variante verbale del componimento Confiemos... sabemos... e/o Confiamos... Il 26 febbraio 1961 Manuel García Blanco, disponendo in ordine cronologico le varie edizioni di Poesías completas del 1918 e del 1928, informa Macrí che il componimento Confiemos... sabemos (scritto a Baeza nel 1916, ma pubblicato nel gennaio del 1917 nel Lucidarium di Granada) registra un cambio di numerazione solo a partire dall’edizione del 1928: «Sólo a partir de ella cambia de número el poemita, pasando a ser el XXXI, pero manteniendo el texto. Y el que era XXIX ocupa el XXX, a partir del 1933». 22 Lettera di Guillermo Díaz-Plaja a Oreste Macrí del 24 gennaio 1961. 23 Ibidem : «[...] me encuentro con otro, creo que curiosísimo, que me apresuro a enviarte por el valor que pueda tener». 24 Lettera di Ángel Palacio Gros a Oreste Macrí del 5 agosto 1963. Solo nel 1965 (lettera del 4 settembre) Palacio Gros riesce, con gran soddisfazione («me costó mucho consiguirla»), a consegnare la fotografia a Macrí. Sull’invio di fotografie si veda anche Pedro Chico y Rello che manda a Macrí alcune copie della fotografia di Antoñita Izquierdo Cuevas, sorella di Leonor e cognata di Antonio Machado (lettere di Pedro Chico y Rello a Oreste Macrí del 28 dicembre 1975 e del 25 febbraio 1976). 25 Fra i mittenti, non manca chi ha vissuto i momenti più difficili della guerra (come Félix Lorenzo) o chi ha conosciuto personalmente Antonio Machado («los que fuimos sus amigos», lettera di Pablo de Andrés Cobos a Oreste Macrí del 8 gennaio 1970): i loro racconti ricostruiscono, nel ricordo, il clima culturale e umano della Repubblica spagnola fino al 1936. Pablo de Andrés Cobos, solo nel 1970, si sente «reintegrado» dopo la «disolución trituradora» del conflitto civile spagnolo. 26 Lettera di Aurora de Albornoz a Oreste Macrí del 20 marzo 1961: «No tiene que agradecerme nada; encantada estoy de poder ayudarlo en algo. Desearía únicamente que mencione que Miaja saldrá en mi libro». Francisco Rico nello stesso anno, su incarico di José SUGLI EPISTOLARI A ORESTE MACRÍ 14 pubblicazione del suo Poesías de guerra de Antonio Machado 27 e il 5 febbraio 1962 fornisce importanti indicazioni su Madrid, Madrid... 28 1.1.1. La pubblicazione delle «Poesie» e delle «Prose» Fin dalla prima stampa i volumi di Lerici ottennero un notevole successo: nonostante i refusi e le imprecisioni in seguito corrette, le Poesie e le Prose divennero uno strumento indispensabile per conoscere le linee portanti della poetica di Machado 29 . I mittenti, pur apprezzando i lavori su Machado pubblicati dalla casa editrice italiana, non mancano di sottolineare la difficoltà nel rintracciare le edizioni critiche. La scarsa diffusione in terra spagnola delle Poesie e delle Prose è un tratto dominante nel carteggio a Macrí: fino alla fine degli anni Settanta i cattedratici spagnoli, concordemente, lamentano l’impossibilità di acquistare questi testi, anche quando gli intermediari sono dei centri specializzati nell’importazione di libri italiani 30 Tutti i corrispondenti, pur nella complessità degli studi sul poeta (le Manuel Blecua, suo professore, scrive a Macrí di aver controllato i sonetti Marzo e Renacimineto (lettera di Francisco Rico a Oreste Macrí del 18 aprile 1961). 27 Aurora de Albornoz, Poesías de guerra de Antonio Machado , San Juan de Puerto Rico, Asomante, 1961. 28 Madrid, baluarte de nuestra Independencia , Buenos Aires, Losada, 1943. Aurora de Albornoz spiega a Macrí che il testo faceva parte di Madrid, baluarte de nuestra guerra de Independencia, un libro con una prefazione dello stesso Machado che riprendeva un «album- homenaje» su Madrid commissionato nel 1937 dal Ministerio de Instrucción y Sanidad. Per delle notizie complete sul testo cfr. A. Machado, I Poesías cit., p. 90: «La colección más completa de Poesías de Guerra de A. M. , fue preparado por Aurora de Albornoz; de allí he sacado «¡Madrid, Madrid! ¡Qué bien tu nombre suena!» y Voz de España [...]. Ella misma ha reagrupado luego todas estas poesías en la citada edición». Fin dai primi contatti con il critico italiano si profila il rilievo che la Albornoz avrà nella diffusione dell’opera machadiana. Il 20 aprile 1963 Macrí concede ad Aurora de Albornoz l’autorizzazione per riprodurre nell’ Obras de Antonio Machado di Losada la bibliografia delle traduzioni del poeta spagnolo raccolta da critico e traduttore italiano nelle Poesie di Lerici: «Gracias por sus nuevas informaciones bibliográficas y por darme permiso para reproducir su bibliografía de traducciones de Machado. Tomo nota de las correcciones» (lettera di Aurora de Albornoz a Oreste Macrí del 20 aprile 1963). 29 Ivi : «Su libro es para mí imprescindible. Le ruego que me ayude en lo que pueda». Si veda anche la lettera di Domingo Yunduráin a Oreste Macrí del 3 giugno 1970. 30 Lettera di Manuel García Blanco a Oreste Macrí del 26 febbraio 1961: «Pedimos para la Facultad un ejemplar de su espléndida edición a Italia, a través del Centro Importador del Libro Italiano de Barcelona [...], pero nos dijeron que estaba ya agotada». IL LABORATORIO « ISPANICO » DELLE LETTERE 15 edizioni delle Poesie e delle Prose , fino ai volumi di Espasa-Calpe del 1989, sono in italiano), riconoscono a Macrí un grande merito nell’interpretazione dell’opera di Machado 31 . I lettori spagnoli, non sempre pratici della nostra lingua, manifestano talvolta un’oggettiva difficoltà nel leggere le introduzioni di Macrí; ma, nonostante questo indubbio ostacolo, gli utenti stranieri si sforzano di superare il limite linguistico 32 convinti del valore critico e del rigore metodologico degli studi di Macrí, nonché della precisione delle traduzioni, attentamente elaborate nell’equilibrio fra il testo e gli aspetti fonico-ritmici del verso machadiano 33 . Le edizioni dell’opera di Machado segnano, dal 1959 al 1994, l’epistolario a Macrí: molti corrispondenti condividono con lui argomenti inerenti al poeta e intrecciano i loro suggerimenti e aggiornamenti con i consigli del traduttore. Per tutti, i volumi di Lerici, delle Edizioni Accademia e di Espasa-Calpe sono oggetto di un lungo colloquio imperniato sull’ammirazione e sull’importanza interpretativa generate dall’itinerario esegetico, dalla lezione delle introduzioni e dalla complessità della traduzioni. Molti i mittenti che contribuirono alle modifiche apportate nelle varie ristampe delle Poesie come testimoniano, ad esempio, le lettere del 20 marzo 1961 di Aurora de Albornoz e del 18 aprile 1961 di Francisco Rico 34 31 Lettera di Guillermo Díaz-Plaja a Oreste Macrí del 24 gennaio 1961: «Veo alguno trabajos suyos que confirman el prestigio que Ud. ha adquirido ya entre nosotros, y que le sitúa a la cabeza del actual hispanismo italiano». 32 Un esempio di quanto detto ci è dato da una lettera di Pablo de Andrés Cobos che il 20 maggio 1970 annuncia a Macrí l’arrivo della terza edizione delle Poesie e il 22 dicembre gli scrive di aver terminato la lettura dei «prólogos y el estudio introducción». La crescente fama di Macrí fra i «machadisti» fa sì che i suoi libri, nel 1968, rappresentano la storia della critica sull’autore di Soledades nella mostra «Soria en la Literatura» (lettera a Oreste Macrí del 24 giugno 1968 di Antonio Pérez-Rioja, Direttore della Casa de la Cultura di Soria). Il prestigio di Macrí è confermato da Cobos nella lettera del 22 dicembre 1970: «Es usted hoy [...] el comentarista de Machado con mayor autoridad, y es posible que lo haya de ser durante mucho tiempo». Cfr. la lettera n. 24 di Pablo Luis Ávila. 33 L. Dolfi, Macrí traduttore-poeta: il «reinvestimento» di Antonio Machado , in Per Oreste Macrí , Atti della giornata di studio, Firenze – 9 dicembre 1994, a cura di Anna Dolfi, Roma, Bulzoni, 1996, pp. 251-269. 34 Aurora de Albornoz il 27 marzo 1960, su suggerimento di José Luis Cano e di Ricardo Gullón, scrive a Macrí per reperire il primo Machado di Lerici: «Nuestros comunes amigos José Luis Cano y Ricardo Gullón, me han dado la dirección de usted... y el consejo de escribirle lo antes posible, cosa que hago encantada, ya que hace tiempo que literariamente lo conozco y lo admiro». Altri pezzi epistolari concernenti informazioni sulle opere di Machado sono di Joaquín Arce, lettera a Oreste Macrí del 31 maggio 1957; Carmelo del Coso, lettere a Oreste Macrí del 20 e del 25 settembre 1959. SUGLI EPISTOLARI A ORESTE MACRÍ 16 Ai normali legami amicali si aggiungono le lettere sugli accordi editoriali con Lerici per la pubblicazione delle Poesie e delle Prose . In quelle di Manuel Álvarez de Lama questi accenni sono frequenti; nonostante l’affetto che legava la famiglia Álvarez de Lama a Macrí e alla moglie (reciproci regali, visite, invio di libri) 35 , spesso il tono del rappresentante degli eredi di Machado è acceso per i contratti gestiti con una «cierta informalidad en el cumplimento» da Lerici» 36 1.1.2. «Los Complementarios» e il «Cuaderno de Literatura» Nella consuetudine del reciproco scambio di notizie, frequentemente rilevabile nell’epistolario, le richieste di Macrí cercano di ubicare e consultare i manoscritti o di aprire un confronto con le contemporanee edizioni critiche delle Obras di Machado. In questa logica, Domingo Ynduráin, un giovane che si era laureato con una tesi sui Complementarios , spedisce a Macrí «el librito» 37 curato da Guillermo de Torre per Losada. Dal 1967 al 1975 le lettere di Ynduráin illustrano la complicata vicenda 35 Nella lettera dell’1 ottobre 1964, Álvarez de Lama chiede a Macrì di acquistare a nome di sua moglie un ombrello nero per la Signora Albertina («[...] un encargo quisiera hacerle de mi Señora, para la suya»), nella lettera del 15 ottobre 1960 comunica a Macrí dell’invio di un libro da parte di sua zia per il critico italiano e nella successiva dell’1 dicembre 1966 l’amicizia traspare dalle manifestazioni fatiche che chiudono il messaggio («[...] pues deseo vivamente charlar con Ud. [...] aparte de darle un abrazo y tener mucha satisfacción en verle de nuevo»). 36 Lettera di Manuel Álvarez de Lama a Oreste Macrí dell’1 settembre 1961. Nella successiva lettera del 14 aprile 1962 ricorda: «Sigo esperando los fondos, que los familiares a quienes represento me piden con frecuencia». Dopo dieci anni di estenuanti trattative non sempre rispettate, soprattutto nei tempi, e il sospetto che le ristampe delle Poesie non avessero avuto la stessa eco del primo volume («Y en cuanto all’Opera poetica pretende [Lerici] una prolongación [...] a fin de darle tiempo a vender la edición. Amigo Macrí, yo tenía entendido que el libro se había vendido muy bien y por ello me extraña esta petición», lettera di M. Álvarez de Lama a Oreste Macrí del 29 agosto 1964); dal 1973 Álvarez de Lama parla dei nuovi impegni con le Edizioni Accademia (A. Machado, Poesia Antologia bilingue , a cura di Oreste Macrí, Milano, Edizioni Accademia, «Il Maestrale», 1992 con 43 poesie da Soledades , 29 da Campos de Castilla , 15 da Nuevas canciones , 12 Da un cancionero apócrifo , 8 da Poesías de la guerra ). 37 Lettera di Domingo Ynduráin a Oreste Macrí del 12 maggio 1967. Ynduráin probabilmente si riferisce a Los complementarios y otras prosas póstumas de Antonio Machado (ordenación y nota preliminar de Guillermo de Torre, Buenos Aires, Losada, 1957). Cfr infra i regesti delle lettere di Guillermo de Torre a Oreste Macrí. IL LABORATORIO « ISPANICO » DELLE LETTERE 17 della trascrizione dei Complementarios (l’autorizzazione per i diritti, il ritardo di Gredos nel pubblicare il volume) e l’ammirazione per Macrí con l’auspicio che intervenga a correggere le imprecisioni dell’edizione Losada. I mezzi, spesso inadeguati, per completare il suo studio critico («teniendo en cuenta que la ed. de A.M. Obras, Poesía y Prosa no ofrece todas las garantías deseables» 38 ) vedono come «instrumento de trabajo imprescindible» le Poesie di Macrí; mostrano il dispiacere per non aver potuto consultare il volume pubblicato da Lerici («la edición y estudio más seguros que se pueden manejar» 39 ); rilevano le difficoltà concrete nel disporre di edizioni attendibili e di fonti certe sulla collocazione degli originali di Machado 40 Il carteggio di Ynduráin, nel suo succedersi, dimostra il progressivo interesse di Macrí per le ricerche dello studioso di Saragozza, come si legge nell’ Introduzione a Poesías y Prosas completas 41 ; infatti Macrí, nonostante la presenza di alcuni errori 42 , asserisce che, dopo l’edizione Lerici, la trascrizione in fac-simile di Ynduráin fu uno degli avvenimenti più importanti negli studi su Machado e testimonia, con un pubblico ringraziamento, la collaborazione dimostrata 43 Grazie alle notizie forniteci dalle lettere di Ynduráin e di Rafael Lapesa, suo direttore di tesi 44 , è possibile ricostruire per sommi capi la vendita e il ritorno in patria dei Complementarios e del Cuaderno de literatura 38 Lettera di Domingo Ynduráin a Oreste Macrí del 30 maggio 1967; probabilmente Ynduráin si riferisce a A. Machado, Obras, poesía, prosa , edición reunida por Aurora de Albornoz y Guillermo de Torre, ensayo preliminar por Guillermo de Torre, Buenos Aires, Losada, 1964. 39 Lettera di Domingo Ynduráin a Oreste Macrí del 3 giugno 1970. 40 Nella lettera del 9 settembre 1970 di Domingo Ynduráin a Macrí traspare un certo stupore nell’apprendere che il critico italiano ha consultato il manoscritto dei Complementarios venduto alcuni anni prima a un collezionista cileno. 41 A. Machado, Poesías y Prosas completas cit. 42 Nella lettera a Jorge Guillén dell’8 febbraio 1974 Macrí osserva: «¡Cuántos errores y erratas de transcripcion!» (in J. Guillén – O. Macrí, Cartas inéditas (1953-1983) , al cuidado de Laura Dolfi, Valencia, Pre-textos, in stampa). 43 A. Machado, I Poesías , cit., pp. 64-65: «El acontecimiento mayor en la bibliografía machadiana posterior a mi tercera edición italiana de Poesie (1969), ha sido la publicación (1972) en facsímil, con trascripción, del cuaderno autógrafo Los complementarios , al cuidado de Domingo Ynduráin, el cual ya me favoreció, y le di públicas gracias, con correcciones y algún inédito, que pude introducir en dicha edición». 44 Storico della lingua spagnola e direttore dal 1987 della Real Academia de la Lengua Española. Cfr. infra il paragrafo dedicato a Lapesa e i regesti del carteggio a Macrí. SUGLI EPISTOLARI A ORESTE MACRÍ 18 Affiancando queste missive a quella di Enrique Casamayor 45 , veniamo a conoscenza della storia dei quaderni machadiani venduti nel 1965 ad un collezionista cileno e del rapporto fra i corrispondenti finalizzato a lenire gli effetti dello ‘smarrimento’ e a limitare la perdita di un materiale autografo tanto importante 46 1.1.3. L’edizione di «Poesías y prosas completas» Nel carteggio è possibile rintracciare alcuni frammenti della storia legata alla pubblicazione delle Poesías y prosas completas del 1989. L’11 luglio 1979 Félix Jimeno conferma che Espasa-Calpe è giunta a un «acuerdo de principio con los herederos de don Antonio Machado», chiede a Macrí di spedirgli «alguna indicación respecto de número de tomos o páginas que estima usted pueda tener esta edición» e il tempo necessario per completare il lavoro affinché «nuestro contracto con los herederos de Machado recoja 45 Lettera di Enrique Casamayor a Oreste Macrí del 5 dicembre 1975; cfr. A. Machado, Prosas completas , edición crítica de Oreste Macrí con la colaboración de Gaetano Chiappini, Madrid, Espasa-Calpe, 1989: «Damos el texto según la edición de E. Casamayor, corregido a través de los pocos autógrafos». 46 Nel maggio del 1967 Rafael Lapesa comunica a Macrí che il giovane Ynduráin dell’Università di Saragozza pubblicherà presso Gredos il manoscritto dei Complementarios Ynduráin conferma a Macrí la futura stampa del suo lavoro e lo informa che, venuto a conoscenza della vendita del manoscritto, aveva trascritto alcuni passi dell’originale e fotocopiato la parte restante (lettera di Domingo Ynduráin a Oreste Macrí del 15 aprile 1968). L’edizione subì non pochi ritardi a causa della difficoltà per ottenere l’autorizzazione dagli eredi (o dalla casa editrice Losada) e della momentanea ‘sparizione’ dei quaderni (lettera di Domingo Ynduráin a Oreste Macrí del 30 maggio 1967). Affine all’odissea dei Complementarios è il ritrovamento del Cuaderno de literatura . L’8 dicembre 1975 Macrí scrive al curatore spagnolo dei Complementarios per sapere «el paradero» del Cuaderno de Literatura Ynduráin suggerisce di contattare Enrique Casamayor (lettera di Domingo Ynduráin a Oreste Macrí dell’8 dicembre 1975). Casamayor, infatti, racconterà a Macrí che il libro, rimasto fino al 1965 (insieme con il volume II dei Complemantarios ) nell’Instituto de Cultura Hispánica, era stato venduto dagli eredi di Machado ad un collezionista cileno. Casamayor, in un commento accorato, mostra la sua amarezza per non aver fotocopiato i rarissimi documenti: « Los Complementarios habían sido vendidos a muy alto precio a cierto coleccionista chileno, perdiendo definitivamente la pista de ambos preciados documentos» (lettera di Enrique Casamayor a Oreste Macrí del 5 dicembre 1975). Nell’epistolario la vicenda dei quaderni si conclude con la lettera di José Luis Gotor che indica a Macrí l’anno, il 1982, del recupero dei manoscritti ricomprati dal Ministerio de Cultura per tre milioni di pesetas (lettera di José Luis Gotor a Oreste Macrí del 6 giugno 1982). IL LABORATORIO « ISPANICO » DELLE LETTERE 19 este aspecto» 47 . L’accordo non favorì una rapida conclusione della vicenda poiché il 22 luglio 1984 Aurora de Albornoz fece sapere all’amico Oreste che la Fundación Antonio Machado, su incarico del Governo spagnolo, intendeva pubblicare le Obras completas del poeta: Una de las primeras actividades podría ser la publicación de «tus» Obras Completas de Antonio Machado (Supongo que piensan en la colaboración del Ministerio de Cultura) 48 Sulle vicissitudini del Machado spagnolo, chiarificatrici sono le parole di Esther Benítez che nel 1989 scrive a Macrí a proposito della propria versione «del prólogo y las notas» 49 . Tracciando un sintetico quadro dei primi contatti 47 Lettera di Félix Jimeno a Oreste Macrí dell’11 luglio 1979. Sulla pubblicazione di Poesías y prosas completas si vedano anche le lettere di Luis Suñen a Oreste Macrí del 3 aprile e del 4 giugno 1987. Una delle ultime integrazioni al volume I di Espasa-Calpe sarà fornita da María Luisa Díez-Canedo, la figlia di Enrique Díez-Canedo, che accettando la richiesta del 13 maggio di Macrí, gli manda la fotocopia di Viejas canciones (lettera di María Luisa Díez-Canedo a Oreste Macrí del 6 giugno 1988). Nelle Notas a Viejas canciones di Poesías completas il curatore osserva: «De la I [parte] cortésmente doña María Luisa Díez- Canedo se envió fotocopia de un autógrafo de Giner de los Ríos, con dedicatoria, sacado de su álbum de muchacha: “(A María Luisa Díez-Canedo”, firma “Antonio Machado”, y fecha final: “Madrid, 26 Abril 1936”» (A. Machado, Poesías completas I , cit., p. 908). 48 Lettera di Aurora de Albornoz a Oreste Macrí del 22 luglio 1984. Aurora de Albornoz era sicuramente a conoscenza della mancata realizzazione del progetto di Prensa Española, poiché già nel febbraio 1976 aveva scritto a Macrí dandogli la notizia della prossima pubblicazione del carteggio di Machado a José Ortega y Gasset ad opera della «Revista de Occidente»; nella stessa lettera aggiungeva che Alberto, sicuro che «la obra será un éxito», aspettava l’ultima parte del libro (relativa appunto al carteggio Machado-Ortega) per mandare in tipografia «el material que falta» (lettera di Aurora de Albornoz a Oreste Macrí del 17 febbraio 1976). Non è stato possibile stabilire il nome per esteso di Alberto, ma la menzione alle lettere di Machado a Ortega (raccolte, poi, nelle Poesías y prosas completas ) ci permette di desumere che si trattasse di un dipendente di Prensa Española, a maggior ragione sapendo che nel 1976 la casa editrice aveva sicuramente stampato almeno il primo giro di bozze del secondo volume. Si ricorda inoltre che il 22 aprile 1976 Macrí aveva chiesto a Soledad Ortega, figlia di José Ortega y Gasset, le lettere che Machado aveva scritto al padre. Il 4 maggio 1976 Soledad Ortega risponde a Macrí per informarlo che gli manderà le copie della corrispondenza (lettere di Antonio Machado a José Ortega y Gasset del: 9 luglio 1912; 17 luglio 1912; 20 luglio 1912; 13 maggio 1913; 21 ottobre 1913; 18 maggio 1914; 14 settembre 1914; tra il 15 febbraio e il maggio del 13 1915; tra il 15 febbraio e il maggio del 13 1915; 11 maggio 1915; 7 giugno 1915; 25 dicembre 1917; tra il 26 dicembre 1917 e 31 di gennaio del 1918; tra il 1 febbraio 1918 e 2 maggio del 1919; 3 maggio 1919; giugno 1919). 49 Lettera di Esther Benítez a Oreste Macrí del 15 giugno 1989.