VINCENZO FALASCA GRUMENTO SCONOSCIUTA Γνώθι σε αυτόν G(h)noti se autòn (Conosci te stesso) PATROCINIO AMMINISTRAZIONE COMUNALE GRUMENTO NOVA Vincenzo Falasca E' nato e vive a Grumento Nova. Laureato in Lettere classiche si è formato alla scuola di Salvatore Battaglia e Nino Cortese. Di formazione cattolica, è autore di numerose pubblicazioni su Grumento, la Basilicata e il Mezzogiorno. Ricordiamo le più importanti: "La Rivoluzione napoletana del 1799 nei Comuni della Val d'Agri e in Basilicata" (per la quale ha ricevuto il Premio Internazionale "Mafrice" presso il Circolo della Stampa a Milano nel 1999), "Grumentum-Saponaria-Grumento Nova" (segnalazione speciale per la Saggistica storica al Premio Basilicata nel 1996), "Folklore in Basilicata", "Comuni della Basilicata: Costumi del 1700 ed identità storica", "Memorie Grumentine Saponariensi Manoscritto inedito del 1736 di Niccolò Ramaglia", "Briganti e Brigantesse della Basilicata dopo l'Unità d'Italia", "Lapsus" (raccolta di poesie vincitrice Premio Selezione -1991), "Dizionario del dialetto grumentino" (1995). Da Presidente dell'I.R.S.A.B. continua ad occuparsi di ricerche storiche, antropologiche e linguistiche inerenti la Basilicata e il Mezzogiorno d'Italia. PROGETTO STORICO TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI ALL’AUTORE E’ fatto assoluto divieto di riproduzione, anche parziale, della presente opera. FINITO DI STAMPARE NELL’APRILE 2010-TIPOGRAFIA PISANI (Avigliano-Pz) Omaggio a mio cognato Francesco Vincenzo Mileo che dalla linfa della sua terra derivò la passione per l’Arte e la Storia. PRESENTAZIONE Ero bambino ed entravo spesso nell’orto Perrone. sconosciuta” del prof. Falasca. Corredato di Vedendo le statue che sono lì dentro, riuscivo, nel immagini e di didascalie, con la voglia di far “gustare modo assai embrionale di colui nel quale si sta il visivo”, questo libro stimola la nostra curiosità formando lentamente un certo senso dell’estetica, ad assopita senza richiedere la concentrazione apprezzarne la piacevole fattura. L’incoscienza competente degli addetti ai lavori. Probabilmente il fanciullesca, però, mi lasciava meravigliato solo suo lavoro di Docente di Lettere lo ha portato a dell’abilità scultorea dell’artista, senza mai farmi comprendere come, nel trasferire ad altri elementi di chiedere chi fossero costoro che avevano avuto il conoscenza, sia importante l’immediatezza della privilegio di essere immortalati da una mano così comunicazione, come la parola associata abile. all’immagine abbia ben più possibilità di restare nella Oggi, a distanza di 40 anni mi capita, a volte, di mente di chi legge. vergognarmi per le mie conoscenze frammentarie e Dopo altri suoi lavori “tradizionali” di Storia, quella lacunose che riguardano anche, ma non solo, la storia che in questo libro ci racconta il prof. Falasca, è una della mia terra. E capita spesso di chiedermi quante storia insolita lontana dagli schemi agiografici che di volte, passando davanti alla recuperata struttura del solito caratterizzano le pubblicazioni che riguardano Castello dei Sanseverino, alzando gli occhi, ho “visto” la storia dei nostri comuni. ma forse mai ben “guardato”, lo stemma che E’ un viaggio attraverso vicende, costumi e persone campeggia sul portone di ingresso. Quante volte, che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia percorrendo la salita che porta alla Chiesa Madre, ci di Grumento, ma anche attraverso fatti curiosi che siamo soffermati a guardare con dubbia risvegliano in chi legge ricordi e riflessioni. Il prof. consapevolezza, la scritta lapidea incastonata nel Falasca ci fa rivivere, quasi riascoltare tutto questo: muro di sostegno. come la voce di Ippolita Monti, rotta dal dolore per la Travolti come siamo dall’effimero e dall’apoteosi del perdita dei suoi tre figli, che affacciandosi da uno dei frivolo, probabilmente si è ridotta notevolmente la balconi che davano sull’odierno Largo Umberto I, nostra capacità di prestare attenzione a ciò che ci malediceva Saponara e la stirpe dei Sanseverino. circonda, ai valori essenziali, ai punti di riferimento Come Sindaco sono lusingato di presentare questa certi della nostra civiltà. pubblicazione. Spero che essa possa portare degli Non è un esercizio ozioso chiedersi cosa conosciamo elementi di solidità nella palude della nostra di noi stessi, della nostra gente e della nostra terra. E’ conoscenza. nella fredda tramontana di questa domanda che Il Sindaco viene a portare un tiepido ristoro la “Grumento Vincenzo Vertunni 5 6 PREFAZIONE DELL’AUTORE Sul frontespizio del presente lavoro è riportata Gli aspetti sociali, culturali, architettonici e una espressione di Socrate: “G(h)noti se autòn” che territoriali di un Comune che in epoca angioina significa “Conosci te stesso”. gareggiava per importanza con il capoluogo di Tale citazione ci rimanda immediatamente al regione Potenza, balzano evidenti in questa nostra titolo del libro nel senso che la conoscenza di se amorosa ricerca e riannodano il filo della civiltà più stesso non è solo un lavoro di personale volte interrotto da colpevoli omissioni e introspezione psicologica bensì anche quello della trascuratezze dei suoi stessi abitanti. conoscenza del grembo in cui siamo stati concepiti Il Sindaco nella sua presentazione, con estremo e dove siamo vissuti per tutta la vita (almeno acume, ha sottolineato che molti “vedono” ma non alcuni). “guardano” intendendo per guardare andare in Anche coloro, però, che sono andati via, per fondo alla conoscenza delle cose ovvero “intus ire” causa di forza maggiore, dalla propria terra e dal (andare dentro). proprio paese (inteso in senso stretto come centro Il grande sisma del 16 Dicembre 1857 rase quasi abitativo), sentono per richiamo ancestrale la al suolo Saponara e falcidiò oltre duemila persone. necessità di conoscere gli aspetti ignoti o poco Esso rappresentò una cesura profonda nella vita e conosciuti del proprio Comune. nella cultura del borgo antico. La cittadina non si è I lettori non pensino di trovare in questo lavoro più ripresa nemmeno sotto il profilo demografico, chissà quali meandri, gallerie o anfratti ancora aggirandosi nei secoli successivi intorno alle inesplorati che si trovano nel territorio del loro duemila unità. Ma il fatto più doloroso è che tutto paese. un complesso culturale, di studi, di vitalità e di La ricerca si è rivolta ai meandri della memoria folklore è sprofondato in un abisso di oblio ove della conoscenza collettiva che, per varie cause ha galleggiano ignorati e non “guardati” frammenti fatto calare la coltre del silenzio su uomini, cose ed pregnanti di un mosaico di stratificazioni avvenimenti. linguistiche, territoriali ed antropologiche. Abbiamo cercato di indagare non solo elementi Ancora ci confortano numerosi documenti, connotativi del Borgo che nel passato costituivano sepolti in Archivi privati e pubblici che necessitano una discriminante di civiltà e consenso, rispetto a altresì di un ulteriore scavo profondo. Ringraziamo realtà viciniori, ma anche evidenze che sono ancora l’Amministrazione comunale per aver capito e sotto gli occhi di tutti ma che per superficialità o colto a volo queste esigenze di recupero della scarso interesse, sfiorano appena il Grumentino. “memoria”, che è sempre foriera di fecondi frutti futuri. Vincenzo Falasca 7 INDICE PRESENTAZIONE PAG. 5 PREFAZIONE DELL’AUTORE PAG. 7 INDICE PAG. 8 CAP. I IL TERRITORIO PAG. 9 CAP.II IL CASTELLO SANSEVERINO PAG. 31 CAP. III I FEUDATARI PAG. 43 CAP. IV VISTI DA VICINO PAG. 55 CAP. V COSTUME E SOCIETA’ PAG. 77 CAP. VI SANTUARI, CHIESE E CAPPELLE PAG. 97 CAP. VII CONVENTI E MONASTERI PAG. 119 CAP. VIII STEMMI, LAPIDI E FRAMMENTI MARMOREI PAG. 131 CAP. IX DOCUMENTI PAG. 139 8 CAPITOLO I IL TERRITORIO Grumento Nova (nel Medioevo Saponaria, in età Comuni che costituiscono la Comunità Montana moderna Saponara di Grumento e dopo il 1932 “Alto Agri”. Grumento Nova) trovasi al centro dell’alta valle del Quella boscata è notevole ed ha sempre costituito fiume Agri (l’antico Akiris). la maggior fonte di reddito per l’erario comunale. I Il colle, su cui venne edificata, si presenta di boschi più estesi sono: Aquila, Maglie, Aspro, forma allungata, con l’asse longitudinale orientato Pantanelli, Valle Cupe, Valle Castagne, in senso nord-sud. Esso si compone di tre cime con Guardimaldo e Foresta. lieve dislivello fra loro: S. Michele (771 m. s.l.m.), Per quanto attiene l’idrografia, il tenimento di Chiesa madre (762 m.) e Castello (755 m.). Grumento N. è interessato, per tutta la sua La collina, situata a destra del fiume Agri, è non lunghezza, dal fiume Agri che riceve in sinistra gli molto distante dalla S.S. a scorrimento veloce N.° affluenti: il torrente Casale, lo Spartifave e l’Aspro 598, detta Fondovalle dell’Agri. e in destra: lo Sciaura e il Maglia. Il suo territorio confina con i Comuni di Parte del territorio fu sommerso dalle acque Viggiano, Montemurro, Spinoso, Sarconi, dell’invaso artificiale di Pietra del Pertusillo. Moliterno, Tramutola e Marsico Vetere. Dal punto di vista orografico emergono le due La vasta piana, in cui è collocata, costituisce l’Alta cime dell’Aquila (mt. 1101 s.l.m.) e Monte Castello Valle dell’Agri ed è interamente circondata da (mt.974). Nell’antichità (1742) il territorio era rilievi e rispecchia la sua lontana origine lacustre. suddiviso in 119 contrade, i cui nomi sono in gran Il geologo lucano Giuseppe De Lorenzo, per parte scomparsi come: Cogno di Frissiola, Ciminiti, primo parlò per la Val d’Agri di un Lago Foresta di Altobella, Vallarano, Macchia del Cucco, etc. quaternario. Le immagini riportate nel capitolo riguardano In particolare, quello di Grumento Nova è anche aspetti particolari del centro abitato, in costituito da formazioni geologiche appartenenti: al quanto parte integrante del territorio, corredate di Trias, al Cretaceo e al Recente. didascalie che illustrano aspetti ignoti o poco L’estensione della superficie di 66.17 Km2 conosciuti dai più (suddivisa in seminativo, vigneto, oliveto, pascolo e bosco), è al quarto posto, per estensione, fra i 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 CAPITOLO II IL CASTELLO SANSEVERINO Il terremoto del 16 dicembre 1857 cancellò nel lampiero d’argento e lungo le pareti erano allineate delle centro abitato tutte le testimonianze monumentali del nicchie con figure di angeli reggenti specchi di passato. Oggi ne restano solo labili tracce. Venezia, da cui il nome di “specchioni” dati loro dal Al centro della collina si ergono gli scarsi resti del popolo (ciò che di essi rimane è stato restaurato di castello, costruito nella seconda metà dell’XI sec. dai recente da Gianluca Regoli di Roma). Conti di Montescaglioso, primi feudatari di Saponara. La cosiddetta Porta di corte immetteva nello Il complesso monumentale nel corso dei secoli, ha spiazzo dello Steccato “fatto accomodare in fabbriche subito vari ampliamenti. Nel catasto onciario del 1749 dall’eccellentissimo Principe per uso di ammaestrare i leggesi: “L’illustre Luiggi Sanseverino… possiede un cavall”(G.B.Pacichelli). Di queste fabbriche resta la foto palazzo sopra duecento stabili per uso di abitazione, con Mallet del 1858 che ritrae la poderosa muraglia posta a giardino adiacente”. destra della piazza. Esso si sviluppava dall’attuale Largo Umberto I Dice il Ramaglia: “Per una ben grande galleria, sotto sino all’odierna piazza Sandro Pertini. Intorno al 1700 della quale si passa, vi è un lamione e indi successivamente fu completamente ristrutturato dal principe Carlo si giunge alla piazza”. Maria Sanseverino. Venne affrescato dal saponarese Il castello era costituito da quattro piani ed era Giovanni Perrone e dal calabrese Altobella di sormontato da un’alta torre detta Guardaroba. Con la Altomonte. caduta del regime feudale, i Sanseverino, nel 1853, La definitiva sistemazione, data da Carlo, vendettero il castello ed altre proprietà al Gran Priore comprendeva dodici appartamenti. Venne anche di Bari Giulio Cesare Giliberti. creato un “teatro leggiadro pe’ drami musicali o comedie” La ristrutturazione effettuata di recente ha avuto il di cui il Principe era appassionato cultore ed autore merito di recuperare lo stabile molto fatiscente, ora (probabilmente corrisponde all’attuale bar “Mary”. utilizzabile per riunioni e manifestazioni ed in un Alla scuderia del Castello, che in origine era il prossimo futuro per un Museo virtuale degli scavi di Salone di Corte, ove il Principe teneva le sedute Grumentum. Essa però (soprattutto nella parte ufficiali, si accedeva dall’ampio spiazzo, chiamato orientale) è inficiata da alcuni limiti nella indagine Steccato (oggi Largo Umberto I) e poteva ospitare ben storica del monumento. sessanta cavalli da maneggio6. Essa era illuminata da un 31 32 33 34 35 36 37 38 39
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