premio tesi di dottorato – 34 – PREMIO TESI DI DOTTORATO Commissione giudicatrice, anno 2012 Luigi Lotti, Facoltà di Scienze Politiche (Presidente della Commissione) Fortunato Tito Arecchi, Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Franco Cambi, Facoltà di Scienze della Formazione Paolo Felli, Facoltà di Architettura Michele Arcangelo Feo, Facoltà di Lettere e Filosofia Roberto Genesio, Facoltà di Ingegneria Mario Pio Marzocchi, Facoltà di Facoltà di Farmacia Adolfo Pazzagli, Facoltà di Medicina e Chirurgia Mario Giuseppe Rossi , Facoltà di Lettere e Filosofia Salvatore Ruggieri, Facoltà di Medicina e Chirurgia Saulo Sirigatti, Facoltà di Psicologia Piero Tani, Facoltà di Economia Fiorenzo Cesare Ugolini, Facoltà di Agraria Vincenzo Varano, Facoltà di Giurisprudenza Graziella Vescovini, Facoltà di Scienze della Formazione Manfredi Alberti La ‘scoperta’ dei disoccupati Alle origini dell’indagine statistica sulla disoccupazione nell’Italia liberale (1893-1915) Firenze University Press 2013 La ‘scoperta’ dei disoccupati. Alle origini dell’indagine statistica sulla disoccupazione nell’Italia liberale (1893- 1915) / Manfredi Alberti. – Firenze : Firenze University Press, 2013. (Premio FUP. Tesi di dottorato ; 34) http://digital.casalini.it/9788866554516 ISBN 978-88-6655-450-9 (print) ISBN 978-88-6655-451-6 (online) Certificazione scientifica delle Opere Tutti i volumi pubblicati sono soggetti ad un processo di referaggio esterno di cui sono responsabili il Consiglio editoriale della FUP e i Consigli scientifici delle singole collane. Le opere pubblicate nel catalogo della FUP sono valutate e approvate dal Consiglio editoriale della casa editrice. Per una descrizione più analitica del processo di referaggio si rimanda ai documenti ufficiali pubblicati sul catalogo on-line della casa editrice (www.fupress.com). Consiglio editoriale Firenze University Press G. Nigro (Coordinatore), M.T. Bartoli, M. Boddi, R. Casalbuoni, C. Ciappei, R. Del Punta, A. Dolfi, V. Fargion, S. Ferrone, M. Garzaniti, P. Guarnieri, A. Mariani, M. Marini, A. Novelli, M. Verga, A. Zorzi. © 2013 Firenze University Press Università degli Studi di Firenze Firenze University Press Borgo Albizi, 28, 50122 Firenze, Italy http://www.fupress.com/ Printed in Italy A tutte le persone, finora incontrate, che hanno saputo rendermi migliore Sommario Premessa 11 Introduzione 13 PARTE PRIMA. QUESTIONI DI METODO Capitolo 1. La storia della statistica. Un inquadramento teorico e storiografico 21 1.1. La storia della statistica come genere storiografico 21 1.2. La storia della statistica in Italia 28 1.3. Concetti, categorie statistiche e realtà: una prospettiva marxista 32 Capitolo 2. La labour history italiana e l’uso delle fonti statistiche 45 2.1. Storia del movimento operaio, storia del lavoro e labour history 45 2.2. La prima stagione di studi di storia del lavoro: la lezione di Luigi Dal Pane 46 2.3. La storia ‘a sinistra’: l’ascesa della storia del movimento operaio 48 2.4. Sotto l’influsso dell’operaismo 51 2.5. Gli anni Ottanta: la sfida microstorica e le nuove fonti quantitative 55 2.6. Le nuove prospettive della labour history 60 PARTE SECONDA. LA ‘SCOPERTA’ DELLA DISOCCUPAZIONE Capitolo 3. La questione della disoccupazione nell’Italia liberale. Un inquadramento generale 65 3.1. Questioni lessicali 65 3.1.1. Le innovazioni nelle lingue europee 65 3.1.2. La lingua italiana e il ‘non lavoro’ 71 3.2. Precedenti storici 75 3.3. Lo sviluppo del capitalismo agrario e industriale nel ‘lungo Ottocento’ 84 Manfredi Alberti, La ‘scoperta’ dei disoccupati. Alle origini dell’indagine statistica sulla disoccupazione nell’Italia liberale (1893-1915) , ISBN 978-88-6655-450-9 (print) ISBN 978-88-6655-451-6 (online) © 2013 Firenze University Press La ‘scoperta’ dei disoccupati 8 3.4. Disoccupazione, migrazioni interne ed emigrazione 94 3.5. Lo sviluppo del movimento sindacale 103 3.6. Il mercato del lavoro nell’Italia liberale: aspetti istituzionali e giuridici 114 3.6.1. Un lavoro senza diritto 114 3.6.2. Il banco di prova degli infortuni sul lavoro 119 3.6.3. I contratti di lavoro fra elaborazione giuslavoristica e tentativi di riforma 121 3.6.4. I licenziamenti e la giurisprudenza del lavoro tra Otto e Novecento 127 Capitolo 4. Pensare la disoccupazione: la riflessione teorica e politica fra Otto e Novecento 133 4.1. L’economia politica e la disoccupazione: uno sguardo d’insieme 133 4.2. Pauperismo, questione sociale e disoccupazione nel dibattito economico italiano 137 4.2.1. Gli economisti italiani e la questione sociale dalla Methodenstreit all’avvento del marginalismo 137 4.2.2. Il dibattito su Malthus 145 4.2.3. Le prime riflessioni intorno alla disoccupazione tra gli anni Novanta e l’inizio del Novecento 147 4.3. I congressi internazionali di Milano (1906) e Parigi (1910) e la nascita di una rete internazionale di riformatori 160 4.4. La riflessione teorica di Giovanni Montemartini 166 PARTE TERZA. LE PRIME FONTI STATISTICHE SULLA DISOCCUPAZIONE Capitolo 5. La Società Umanitaria di Milano 175 5.1. Un laboratorio per il riformismo italiano 175 5.2. L’Ufficio del lavoro e la disoccupazione 182 5.3. La disoccupazione letta attraverso il censimento della classe operaia milanese 190 5.4. L’indagine monografica sul Basso emiliano: metodi e risultati 197 5.5. Gli strumenti di contrasto alla disoccupazione 209 Capitolo 6. Lo Stato di fronte alla disoccupazione. Politica economica e statistica 223 6.1. I primi interventi dello Stato unitario tra repressione, concessione di lavori pubblici ed erogazione di sussidi 223 La ‘scoperta’ dei disoccupati 8 Manfredi Alberti 9 6.2. L’Ufficio e il Consiglio superiore del lavoro del Ministero di Agricoltura, industria e commercio 229 6.3. Il «Bollettino dell’Ufficio del lavoro» 235 6.4. Attivi, inattivi e disoccupati nei censimenti generali della popolazione (1861-1911) 244 6.4.1. I primi censimenti unitari 244 6.4.2. La prima fonte ufficiale sulla disoccupazione: il censimento del 1901 249 6.4.3. Il censimento del 1911 256 Conclusioni 263 Fonti e bibliografia 267 Manfredi Alberti 9 Premessa Nonostante questo libro sia il frutto del lavoro svolto nei tre anni del dottorato, le sue origini sono più antiche, come ho appreso rispolverando vecchie annotazioni del periodo universitario. Risale al 2006, seppure in forma del tutto embrionale, il mio interrogativo di fondo intorno alla storicità della disoccupazione come proble- ma sociale, un interrogativo che mi ha portato inizialmente alla ricerca di criteri in grado di distinguere la mancanza di lavoro già esistente, di tanto in tanto, nelle eco- nomie di antico regime, dalla disoccupazione (tecnologica, ma non solo) tipica dei sistemi produttivi di impronta capitalistica. Poiché qualunque indagine storica su un fenomeno economico non può trascu- rare un esame delle fonti quantitative disponibili, in questa ricerca ho inteso rifor- mulare il mio interrogativo di partenza, affrontando la storia della disoccupazione in Italia a partire da uno studio delle origini degli strumenti per definire e misurare il fenomeno. Quando nasce la definizione statistica della disoccupazione involontaria? Quale significato assumono, alla luce di questa nuova categoria, le fonti statistiche di cui disponiamo? In che misura la storia delle statistiche della disoccupazione corri- sponde all’evoluzione del fenomeno osservato? È soprattutto a tali nuove domande che questo lavoro cerca di dare alcune risposte. Questa ricerca si colloca nell’alveo della storia della statistica, un campo di ricer- ca che ho interpretato come un crocevia fra storia della scienza, storia delle istituzio- ni, storia economica e storia del lavoro. Spero che la scelta di un simile territorio di ricerca, in bilico «tra due culture», come avrebbe detto Carlo Maria Cipolla, non comporti il rischio di essere giudicato troppo poco ‘statistico’ da parte degli storici quantitativi e troppo ‘esoterico’ da parte degli storici ‘generalisti’. La mia tesi ha avuto la fortuna di trovare prontamente una collocazione editoria- le grazie al «Premio Tesi di dottorato» di Firenze University Press. Data l’esigenza di non modificare la struttura e i contenuti originari della dissertazione, il libro ripro- duce integralmente il testo discusso nel 2012 a conclusione del dottorato, salvo alcu- ne limitate integrazioni e correzioni che hanno eliminato, nei limiti del possibile, svi- ste e omissioni originariamente presenti. Desidero qui ringraziare i miei relatori del dottorato, Fulvio Conti e Michele Lungonelli, i quali hanno creduto sin dall’inizio in questa ricerca, seguendola poi con Manfredi Alberti, La ‘scoperta’ dei disoccupati. Alle origini dell’indagine statistica sulla disoccupazione nell’Italia liberale (1893-1915) , ISBN 978-88-6655-450-9 (print) ISBN 978-88-6655-451-6 (online) © 2013 Firenze University Press La ‘scoperta’ dei disoccupati 12 costante interesse in tutte le fasi della sua realizzazione. Sono grato anche a tutti i miei altri interlocutori, interni ed esterni all’università, i quali sono sempre stati ge- nerosi nel dispensare consigli e aiuti. Devo un ringraziamento particolare, infine, a Roberto Fineschi e Maurizio Pagano, i quali hanno letto, nelle fasi conclusive della stesura, alcune parti di questo libro, fornendomi utili avvertenze soprattutto nella trattazione degli aspetti teorici. Va da sé che tutti i difetti riscontrabili in questo lavo- ro andranno attribuiti soltanto a me. M. A. La ‘scoperta’ dei disoccupati 12 Introduzione Nella prefazione all’edizione italiana di un celebre studio sociologico degli anni Trenta sui disoccupati di Marienthal, pubblicata nel 1986, Enrico Pugliese sottoline- ava come il recente riemergere della disoccupazione di massa e l’aumento della pre- carietà del lavoro avessero reso importante una disamina storico-sociale del proble- ma della disoccupazione 1 . Già negli anni Ottanta del Novecento erano chiari gli ef- fetti della fine della fase economica espansiva seguita al secondo conflitto mondiale, ossia di quegli anni definiti spesso come i ‘trenta gloriosi keynesiani’. La fine di quel- la stagione e il conseguente aumento generalizzato dei livelli di disoccupazione nei paesi occidentali indussero molti studiosi, sin da allora, a ripercorrere storicamente il fenomeno della mancanza di lavoro, talvolta con una particolare attenzione alla sto- ria della sua misurazione statistica 2 Oggi, a trent’anni di distanza, di fronte agli effetti di una crisi economica globale che sembra far vacillare la cieca fiducia neoliberista nelle virtù del mercato autorego- lato, le ragioni che indussero allora gli studiosi a interrogarsi criticamente sulla vi- cenda storica della disoccupazione non sono venute meno. Questa ricerca, sollecitata dall’esigenza, comune a tutti gli storici, di istituire un confronto fra il presente e il passato, tenta di impostare in una prospettiva diacronica il problema della disoccu- pazione in Italia, concentrando l’attenzione sulla nascita delle prime indagini stati- stiche sul fenomeno. La scelta di questo particolare punto di vista deriva dal presupposto che la disoc- cupazione, in quanto manifestazione di rapporti di produzione storicamente deter- 1 E. Pugliese, Prefazione a M. Jahoda, P. F. Lazarsfeld, H. Zeitel, I disoccupati di Marienthal , Edizioni La- voro, Roma 1986. 2 Nel 1978 apparve negli Stati Uniti il primo studio storico panoramico sul fenomeno della disoccupa- zione, tradotto l’anno seguente anche in italiano: J. A. Garraty, La disoccupazione nella storia. Pensiero economico e azione pubblica , Armando, Roma 1979. La prima edizione di uno studio francese sulla gene- si e sull’evoluzione della categoria statistica di «disoccupazione» risale invece al 1986: R. Salais-N. Bave- rez-B. Reynaud, L’invention du chômage. Histoire et transformations d'une catégorie en France des années 1890 aux années 1980 , Puf, Paris 1986. Manfredi Alberti, La ‘scoperta’ dei disoccupati. Alle origini dell’indagine statistica sulla disoccupazione nell’Italia liberale (1893-1915) , ISBN 978-88-6655-450-9 (print) ISBN 978-88-6655-451-6 (online) © 2013 Firenze University Press La ‘scoperta’ dei disoccupati 14 minati, muta tanto nella sua essenza, quanto nella sua percezione. E che pertanto una riflessione storica su questo fenomeno non deve trascurare di prendere in esame anche la genesi degli strumenti conoscitivi mediante i quali i contemporanei si ap- propriarono del fenomeno, per comprenderlo e per fronteggiarlo. L’angolo visuale della storia della statistica, se correttamente inteso, sembra rispondere bene a un’impostazione di ricerca che interpreti la formazione delle categorie sociali come il prodotto di un’interazione fra i processi reali e le rappresentazioni concettuali degli attori sociali. Lo studio dei dati statistici prodotti in passate epoche storiche può rispondere a due diverse esigenze che spesso vengono viste come opposte e alternative fra loro: da un lato la necessità di ricavare informazioni sul fenomeno ‘in sé’ descritto dalla fon- te, nella sua ‘oggettività’, dall’altro la volontà di analizzare le ideologie e le forme di rappresentazione del mondo sottostanti alla rappresentazione statistica. Nella prima parte di questo libro cercherò di mostrare come tale contrapposizione possa essere evitata tramite il ricorso a una prospettiva dialettica e marxista, capace di cogliere la realtà come il prodotto dell’interazione fra l’oggetto e il soggetto, tanto sul piano del- la conoscenza quanto su quello della prassi. Uno degli interrogativi di fondo a cui questa ricerca prova a dare una risposta è come dalla grande massa di proletari rurali privi di terra, disposti ad accettare bassi salari, e dal variegato mondo degli operai pluriattivi, presenti in Italia lungo tutto il corso dell’Ottocento, sia emersa la figura del lavoratore «disoccupato». Questo stu- dio, ripercorrendo alcune fra le principali trasformazioni istituzionali e socio- economiche dell’Italia liberale, affronta il problema ricostruendo la genesi di una chiara definizione della disoccupazione, sul piano della sua misurazione statistica e all’interno del dibattito teorico-politico. Questo processo, che la storiografia ha sino- ra diversamente interpretato come ‘invenzione’ o, alternativamente, come ‘scoperta’ della disoccupazione, viene qui indagato limitatamente alla realtà italiana, all’interno di un arco cronologico compreso fra la fine dell’Ottocento e l’età giolittiana. Questo lavoro, pur concentrandosi sulla specificità del contesto italiano, tenta di mantenere al contempo uno sguardo quanto più possibile comparativo, in grado di istituire un confronto con le esperienze degli altri Stati occidentali. L’individuazione della disoccupazione come problema sociale, come è risultato chiaro, ebbe in Italia caratteristiche simili rispetto a quelle degli altri paesi occidentali. Per di più fu pro- prio l’Italia, nel 1906, a ospitare il primo congresso internazionale per la lotta alla di- soccupazione, un evento che da un lato sancì pienamente l’abbandono delle letture tradizionali del fenomeno, spesso improntate al moralismo, e dall’altro permise una prima definizione concettuale della moderna categoria di disoccupazione involonta- ria. La ‘scoperta’ dei disoccupati 14 Manfredi Alberti 15 Le ragioni che spiegano il progressivo sviluppo, a fine Ottocento, di una più net- ta percezione del fenomeno della disoccupazione, tradottasi poi anche nei primi ten- tativi di misurazione statistica, non si lasciano ridurre né ai soli mutamenti della struttura economica, né alla sola elaborazione concettuale dei riformatori e dei rap- presentanti del movimento dei lavoratori. Come è emerso da questo studio, la diffu- sione di strumenti teorici e statistici per la comprensione del fenomeno della disoc- cupazione non fu né una conseguenza diretta, necessaria, e quindi meccanicistica, dei mutamenti degli assetti produttivi e lavorativi, né il prodotto di un coerente pro- getto di disciplinamento del mercato del lavoro, né il semplice frutto dello sviluppo dell’organizzazione e della coscienza politica del movimento operaio e contadino. La ‘scoperta’ della disoccupazione è stata il prodotto, più realisticamente, della conco- mitanza di tutte queste circostanze. A riprova di quanto affermo, basti pensare ad esempio che nella Sicilia di fine Ottocento, pur essendosi presentate alcune delle condizioni che avrebbero potuto favorire lo sviluppo di una chiara tematizzazione della disoccupazione (la prevalenza del lavoro salariato bracciantile e allo stesso tempo l’affermazione di un movimento contadino forte e consapevole come quello dei Fasci dei lavoratori), quest’ultimo problema non fu oggetto di un autonomo dibattito. Eppure, come aveva già rilevato Sidney Sonnino nella sua celebre inchiesta sui contadini siciliani, la mancanza im- provvisa e involontaria di lavoro per i braccianti dell’isola era all’ordine del giorno nel contesto degli ultimi decenni dell’Ottocento. Fu altrove, e in particolare nell’area padana, che nacquero alcune delle condizio- ni in grado di sollecitare un dibattito strutturato sulla disoccupazione involontaria e sulla necessità di conoscerne l’entità mediante la ricerca statistica, in vista di opporre validi rimedi al fenomeno. Sul finire dell’Ottocento le condizioni critiche del merca- to del lavoro agricolo, specie in alcune aree del Paese, furono alla base di una chiara presa di coscienza del problema della disoccupazione bracciantile, in un contesto di radicamento del socialismo e delle strutture sindacali. Fu allora che la disoccupazio- ne cominciò ad apparire, insieme al fenomeno dell’emigrazione di massa, una delle maggiori manifestazioni della questione sociale. In seguito, a inizio Novecento, l’attività della Società Umanitaria di Milano avrebbe notevolmente contribuito a un nuovo approccio al problema dei lavoratori disoccupati, in un contesto politico or- mai mutato rispetto a quello della precedente età crispina, ancora troppo legata a so- luzioni tradizionali. La centralità del ruolo svolto dalla Società Umanitaria di Milano spiega la scelta del terminus a quo di questa ricerca. Il 1893, infatti, fu l’anno di nascita di questo en- te filantropico, destinato a giocare un ruolo chiave nella sperimentazione delle inda- gini statistiche sulla disoccupazione. Il terminus ad quem (1915), invece, è imposto dai radicali mutamenti indotti dalla scoppio della guerra mondiale Manfredi Alberti 15 La ‘scoperta’ dei disoccupati 16 nell’organizzazione del mercato del lavoro e nelle forme di tutela dei disoccupati, in Italia come in tutti gli altri paesi coinvolti. Le fonti primarie utilizzate in questa ricerca sono solo in parte di tipo archivisti- co. Soprattutto per quel che riguarda la statistica ufficiale, vi è una nota lacuna do- cumentaria presso l’Archivio Centrale dello Stato, costituita dall’assenza di gran par- te del fondo del Ministero di Agricoltura, industria e commercio e dalla totale man- canza di un archivio dell’Ufficio del lavoro, l’ente creato nel 1902 con funzioni pre- valentemente statistiche. Questa circostanza ha imposto un uso intensivo delle tante pubblicazioni ufficiali prodotte dal Ministero di Agricoltura e dall’Ufficio del lavoro, in primo luogo il «Bollettino dell’Ufficio del lavoro» e gli atti del Consiglio superiore del lavoro. Tra le fonti statistiche ufficiali prese in esame vi sono anche i censimenti generali della popolazione, nonché alcune fra le inchieste parlamentari. Per la ricostruzione del dibattito teorico e politico sulla disoccupazione si è fatto largo uso degli Atti parlamentari, delle fonti periodiche e degli studi apparsi su rivi- ste o come monografie. In particolare è stato fatto uno spoglio dei maggiori periodici economici e politici del periodo a cavallo fra Otto e Novecento, fra cui il «Giornale degli economisti», «La Riforma sociale», la «Nuova antologia», «La Rassegna nazio- nale» e «Critica sociale». Fra le pubblicazioni statistiche di carattere internazionale si sono presi in esame in modo particolare il «Bulletin de l’Institut international de sta- tistique» e il «Bulletin trimestriel de l’association internationale pour la lutte contre le chômage». L’evoluzione del lessico della disoccupazione è stata indagata attraverso l’uso dei dizionari storici e la verifica della ricorrenza di alcune espressioni in opere letterarie e scientifiche. Un altro importante nucleo di fonti è costituito dalle carte d’archivio e dalle pubblicazioni della Società Umanitaria di Milano. Il fondo archivistico dell’ente mi- lanese, ben conservato e inventariato, permette di ricostruire i momenti e gli snodi fondamentali dell’attività di ricerca dell’istituzione filantropica. Dati gli stretti rap- porti fra l’attività dell’Ufficio del lavoro dell’Umanitaria e quella dell’Ufficio del lavo- ro governativo, le carte d’archivio milanesi permettono di colmare, seppure in parte, le lacune archivistiche relative alla statistica ufficiale. Presso l’Archivio Centrale dello Stato ho consultato soprattutto il fondo del Mi- nistero dei Lavori pubblici, il fondo del Ministero dell’Interno e il fondo Francesco Crispi, i quali si sono rivelati utili in relazione allo studio della disoccupazione come problema di ordine pubblico. Tra le fonti archivistiche utilizzate, ricordo infine il fondo Alessandro Schiavi, conservato presso l’Archivio di Stato di Forlì, e il fondo Rinaldo Rigola presso l’Archivio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Il libro si suddivide in tre parti. La prima è dedicata a un inquadramento della ri- cerca sia sotto il profilo teorico-metodologico, sia sotto il profilo storiografico. Il primo capitolo presenta la storia della statistica come genere storiografico, mostran- La ôscopertaà dei disoccupati 16 Manfredi Alberti 17 done le caratteristiche generali e l’evoluzione (§ 1.1.-§ 1.2.). La riflessione sulle que- stioni teoriche connesse alla storia della statistica come ambito di ricerca è il punto di partenza per esporre una proposta interpretativa che tenta di recuperare la lettura storico-materialistica dei processi sociali, imperniata sul metodo dialettico (§ 1.3.). Il secondo capitolo approfondisce la storia di uno dei filoni storiografici che fungono da retroterra della presente ricerca, ossia la storia del lavoro e del movimento opera- io. La ricostruzione del dibattito storiografico si concentra in particolare sulle tappe fondamentali delle controversie intorno al problema dell’uso delle fonti statistiche. La seconda parte del libro si sofferma sulle diverse premesse (linguistiche, eco- nomiche, politico-istituzionali, giuridiche e teoriche) della manifestazione di una ca- tegoria interpretativa come quella di «disoccupazione», destinata a tradursi con l’inizio del Novecento nelle prime indagini statistiche sul fenomeno. Il terzo capito- lo, dopo aver ricostruito la storia del lessico usato nella lingua italiana per descrivere la condizione della mancanza di lavoro (§ 3.1.), si sofferma in particolare sia sulle trasformazioni del capitalismo italiano nel corso dell’Ottocento (§ 3.3.), sia sull’impatto di un fattore politico decisivo per l’elaborazione di un nuovo sguardo nei confronti della disoccupazione, ovvero la nascita del movimento operaio (§ 3.5.). A conclusione del capitolo una particolare attenzione è dedicata alla trasformazione degli assetti giuridici del mercato del lavoro tra Otto e Novecento (§ 3.6.). Il quarto capitolo ripercorre la nascita e lo sviluppo, fra Otto e Novecento, di un dibattito teorico e politico sulla disoccupazione, soffermandosi in particolare sulle principali posizioni emerse all’interno dell’economia politica italiana (§ 4.2.), sui primi congressi internazionali per la lotta alla disoccupazione (§ 4.3.) e infine sulla riflessione teorica di uno dei protagonisti della statistica del lavoro in età giolittiana, Giovanni Montemartini (§ 4.4.). La terza e ultima parte si concentra infine sulla realizzazione delle prime indagi- ni statistiche sul fenomeno della disoccupazione. I dati statistici vengono qui presen- tati nelle loro premesse teoriche e nel loro retroterra istituzionale, nonché nelle loro caratteristiche essenziali, con l’obiettivo di mostrare le potenzialità e i limiti di un loro uso per la ricerca storica. Il quinto capitolo prende in esame le pionieristiche indagini della Società Uma- nitaria di Milano, soffermandosi in particolare su due diversi esempi di rilevamento, il censimento della classe operaia milanese (§ 5.3.) e l’indagine monografica sulla di- soccupazione nel Basso emiliano (§ 5.4.). Il sesto capitolo si occupa invece delle fonti statistiche ufficiali. Dopo avere richiamato le principali caratteristiche dell’intervento pubblico contro la disoccupazione prima della svolta giolittiana (§ 6.1.), il capitolo si concentra in particolare sull’innovazione costituita dalla nascita dell’Ufficio del lavo- ro governativo (§. 6.2.) e dall’avvio delle sue pubblicazioni periodiche (§ 6.3.). Infine, vengono presi in esame i primi censimenti generali della popolazione dell’Italia unita Manfredi Alberti 17 La ‘scoperta’ dei disoccupati 18 (1861-1911), mostrando come questo strumento di indagine statistica abbia registra- to solo in modo intermittente e incerto l’entità della popolazione disoccupata (§ 6.4.). La ‘scoperta’ dei disoccupati 18 PARTE PRIMA QUESTIONI DI METODO