FONTI STORICHE E LETTERARIE EDIZIONI CARTACEE E DIGITALI — 46 — SCRITTURA E MEMORIA DELLE DONNE COMITATO SCIENTIFICO Rosalia Manno (Coordinatrice, Archivio per la memoria e la scrittura delle donne «Alessandra Contini Bonacossi»), Irene Cotta (Archivio di Stato di Firenze), Ornella De Zordo (Università di Firenze), Maria Fancelli (Università di Firenze), Daniela Lombardi (Università di Pisa), Maria Pia Paoli (Scuola Normale Superiore di Pisa), Ernestina Pellegrini (Università di Firenze), Anna Scattigno (Università di Firenze). TITOLI PUBBLICATI Azzurra Tafuro, Madre e patriota. Adelaide Bono Cairoli , 2011 Eleonora Brandigi (a cura di), Videovoci. Interviste a scrittrici , Introduzione di Maria Fancelli, 2011 Cristina Badon (a cura di), «Ti lascio con la penna, non col cuore». Lettere di Eleonora Rinuccini al marito Neri dei principi Corsini. 1835-1858 , 2012 Helle Busacca, Diario epistolare a Corrado Pavolini , a cura di Serena Manfrida, 2014 Caterina Del Vivo (a cura di), In esilio e sulla scena. Lettere di Lauretta Cipriani Parra, Giuseppe Montanelli e Adelaide Ristori , 2014 Cristina di Lorena, Lettere alla figlia Caterina de’ Medici Gonzaga duchessa di Mantova (1617-1629) , a cura di Beatrice Biagioli, Elisabetta Stumpo, 2015 Jane Oulman Bensaude, Memorie , a cura di Luisa Levi D’Ancona, 2016 Elisabetta De Troja, Anna Franchi: l’indocile scrittura. Passione civile e critica d’arte , 2016 Elisabetta Insabato, Rosalia Manno, Ernestina Pellegrini, Anna Scattigno (a cura di), Tra archivi e storia. Scritti dedicati ad Alessandra Contini Bonacossi , 2018 Firenze University Press 2018 Tra archivi e storia Scritti dedicati ad Alessandra Contini Bonacossi a cura di Elisabetta Insabato, Rosalia Manno, Ernestina Pellegrini, Anna Scattigno Volume II Tra archivi e storia : scritti dedicati ad Alessandra Contini Bonacossi ; volume II/ a cura di Elisabetta Insabato, Rosalia Manno, Ernestina Pellegrini, Anna Scattigno. – Firenze : Firenze University Press, 2018. (Fonti storiche e letterarie ; 46) http://digital.casalini.it/9788864537054 ISBN 978-88-6453-704-7 (print) ISBN 978-88-6453-705-4 (online) Certificazione scientifica delle Opere Tutti i volumi pubblicati sono soggetti ad un processo di referaggio esterno di cui sono responsabi- li il Consiglio editoriale della FUP e i Consigli scientifici delle singole collane. Le opere pubblicate nel catalogo della FUP sono valutate e approvate dal Consiglio editoriale della casa editrice. Per una descrizione più analitica del processo di referaggio si rimanda ai documenti ufficiali pubblicati sul catalogo on-line della casa editrice (www.fupress.com). Consiglio editoriale Firenze University Press A. Dolfi (Presidente), M. Boddi, A. Bucelli, R. Casalbuoni, M. Garzaniti, M.C. Grisolia, P. Guar- nieri, R. Lanfredini, A. Lenzi, P. Lo Nostro, G. Mari, A. Mariani, P.M. Mariano, S. Marinai, R. Minuti, P. Nanni, G. Nigro, A. Perulli, M.C. Torricelli. La presente opera è rilasciata nei termini della licenza Creative Commons Attribution 4.0 Interna- tional (CC BY 4.0: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/legalcode). This book is printed on acid-free paper CC 2018 Firenze University Press Università degli Studi di Firenze Firenze University Press via Cittadella, 7, 50144 Firenze, Italy www.fupress.com Printed in Italy La maggior parte delle immagini contenute nel volume è di pubblico dominio. Le fotografie alle pp. 198, 269, 270, 319-323 sono pubblicate su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo / Archivio di Stato di Firenze (aut. prot. n. 2106, 8 maggio 2018). Le fotografie alle pp. 326, 327, 339, 340 sono pubblicate su autorizzazione dell’Ufficio beni cultu- rali dell’Arcidiocesi di Bologna: cod. 21P0043a, Noli me tangere di Ercole Procaccini (chiesa di S. M. Maddalena, Porretta Terme) e cod. 1!F0089, Predica di Cristo , di Francesco Cavazzoni (Chiesa di S. M. Maddalena, via Zamboni, Bologna). Le fotografie alle pp. 708, 710, 711, 714 sono pubblicate su concessione dell’Ufficio Permessi delle Gallerie degli Uffizi (aut. prot. n. 5377, 30 maggio 2018). Progetto grafico di Alberto Pizarro Fernández Immagine di copertina: © Vittorio Tolu Coordinamento della curatela: Rosalia Manno Coordinamento redazionale: Elisabetta Insabato Elisabetta Insabato, Rosalia Manno, Ernestina Pellegrini, Anna Scattigno (a cura di), Tra archivi e storia. Scritti dedicati ad Alessandra Contini Bonacossi , volume II, ISBN 978-88-6453-704-7 (print) ISBN 978-88-6453-705-4 (online), CC BY 4.0, 2018 Firenze University Press SOMMARIO volume i Introduzione 1 Ricordo di Alessandra Contini Bonacossi 9 Elena Fasano Guarini Pubblicazioni di Alessandra Contini 19 a cura di Francesco Martelli Saggi Tra Pistoia e Firenze. I Frescobaldi e il castello di Camaioni (secc. XIII-XV) 27 Paolo Pirillo La vergine lettrice 45 Tiziana Plebani Matrigne. Le altre madri dei Fiorentini (secc. XIV-XV) 65 Isabelle Chabot La Monaca degli Uffizi, una vedova di casa Rinieri e il suo autore: Giuliano Bugiardini o Ridolfo del Ghirlandaio? 91 Riccardo Spinelli Visitazioni 101 Diana Toccafondi VI TRA ARCHIVI E STORIA Ladies-in-waiting in the Quartiere di Eleonora: the iconography of Stradano’s ceiling in the Sala di Gualdrada 127 Bruce Edelstein Le fanciulle del Conservatorio della Pietà di Firenze dai Medici ai Lorena 157 Rosalia Manno Alessandro Senesi: la carriera di un diplomatico bolognese al servizio di Medici e Gonzaga 203 Elisabetta Stumpo La decisione politica: una lettera dell’ambasciatore a Roma di Filippo II Juan de Zúñiga al suo re (4 settembre 1578) 271 Maria Antonietta Visceglia «Ricordo come io nacqui in Firenze...». Interessi, ‘onori’, affetti nelle ‘ricordanze’ di Andrea di Giovan Maria Bettini (1582-1661) 293 Francesco Martelli La Maddalena nel Cinquecento bolognese: immagini e contesti 325 Gabriella Zarri Tra privato e pubblico: scorrendo il carteggio personale tra Ferdinando dei Medici e Cristina di Lorena, granduchi di Toscana 347 Maria Fubini Leuzzi Dove sono i padri? Madri nubili e bambini abbandonati in antico regime 381 Daniela Lombardi «Per l’instituzione d’un principe fanciullo»: Cammillo Guidi e i progetti di educazione per Cosimo II de’ Medici 397 Maria Pia Paoli Fazioni e divisioni alla Corte dei Medici al tempo della reggenza (1621-1628) e durante i primi anni di governo di Ferdinando II de’ Medici 437 Paola Volpini VII SOMMARIO volume ii L’eredità di un libraio tra Roma e Firenze 449 Marina D’Amelia «C’est le coeur qui parle à Dieu»: la direzione spirituale femminile del giansenista Duguet 491 Mario Rosa Arcadia: storia femminile di un’accademia maschile 509 Elisabetta Graziosi Difesa della neutralità e ‘arte del negoziare’: Carlo Ruzzini al Congresso di Utrecht (1711-1713) 537 Daniela Frigo «A Paris on ne danse plus à trente ans». Elisabeth Santi Lomaca fra Costantinopoli e Parigi (1729-1808) 565 Giulia Calvi Depicting the british abroad: Johann Zoffany (1733-1810) in Tuscany and in India 575 Jean Boutier, Arundhati Virmani Il matrimonio delle principesse. Le lettere di Maria Teresa imperatrice d’Austria alle figlie 599 Anna Scattigno «Uno scabrosissimo impiego»: il deputato civico di Siena (1772-1793) 623 Aurora Savelli Partiti, salotti e giudizi su Siena del Granduca Pietro Leopoldo 643 Orsola Gori Marianna Venturi Garzoni nei Ginori Lisci (1802-1862): una nobildonna fiorentina e il suo carteggio. Appunti per una biografia 657 Vanna Arrighi, Elisabetta Insabato Da Rosa Bonheur a Emma Gaggiotti Richards: storia di una identità ritrovata nella raccolta degli autoritratti agli Uffizi 707 Giovanna Giusti VIII TRA ARCHIVI E STORIA Una Beatrice molto controversa. Donne reali e ideali di donna nell’Italia fin de siècle 733 Simonetta Soldani Sguardi recenti sulle ultime lettere di J.J. Winckelmann: Harmut Lange e Hans Joachim Schädlich 775 Maria Fancelli Dalle carte d’archivio: Anna Proclemer 1941-1942, «Non voglio che questo sia un diario» 785 Gloria Manghetti Il lutto nell’amicizia 803 Maria Teresa Colonna Come leggere un libro: i Tre tempi di Donatella Contini 809 Enza Biagini Dialogo con Sandra ai confini tra storia e letteratura 815 Ernestina Pellegrini Album di famiglia Per Sandra 855 Donatella Contini Epistola famigliare per Sandra 857 Giorgio Weber Sandra 859 Giovanni Contini A Vienna con Sandra 867 Marcello Verga Amore costante al di là della morte 875 Andrea Verga Dialogo da donna a donna con mia madre 881 Giulia Verga Indice dei nomi di persona 885 a cura di Beatrice Biagioli Tabula gratulatoria 945 Elisabetta Insabato, Rosalia Manno, Ernestina Pellegrini, Anna Scattigno (a cura di), Tra archivi e storia. Scritti dedicati ad Alessandra Contini Bonacossi , volume II, ISBN 978-88-6453-704-7 (print) ISBN 978-88-6453-705-4 (online), CC BY 4.0, 2018 Firenze University Press L’EREDITÀ DI UN LIBRAIO TRA ROMA E FIRENZE * Marina D’Amelia A settembre del 1643 muore a Roma Giovanni Maria Ingrillani, pro- prietario della bottega libraria all’insegna della Luna in Piazza Pasquino. Collocata strategicamente a due passi da Piazza Navona e dallo Studium Urbis, l’antica università, il luogo rappresenta un vero e proprio crocevia di librai e di consumo del libro 1 . Di Ingrillani sappiamo poco e forse non varrebbe la pena di occuparsi di lui, se non fosse per una delle disposizio- ni contenuta nel suo testamento. Il libraio incarica, infatti, i suoi esecutori testamentari di procedere all’inventario dei libri presenti nella bottega per ottenerne una valutazione e metterli, quindi, in vendita a beneficio dell’e- rede designata, la figlia Caterina. In ottemperanza a quanto da lui richie- sto, viene quindi stilato l’inventario post-mortem. Mentre Roma e la cor- te papale si interrogano sull’andamento della guerra di Castro e la popo- lazione assiste preoccupata ed impotente ai numerosi bandi che impongo- no reiterate requisizioni dell’argenteria per contribuire alle spese di guer- ra, in pochi giorni più di 2000 titoli vengono passati in rassegna e annota- ti diligentemente e in buona grafia. Non c’è che dire: i redattori hanno la- vorato di buona mano, fornendo preziose indicazioni sul deposito librario. L’inventario ci consegna così una sorta di fermo-immagine dell’offerta li- * Questo intervento è un’anticipazione di un lavoro più ampio sui librai a Roma e sul commercio dei libri nel Seicento in preparazione. L’apparato bibliografico e le note sono ridotte per non appesantire il testo. Ringrazio la Dott.ssa Simona Musilli per l’aiuto prestatomi nella trascrizione dell’inventario. 1 Saverio Franchi, Orietta Sartori, Le botteghe d’arte e la topografia storico-urbanistica di una zona di Roma dalla fine del XVI secolo ad oggi , Palombi, Roma 2001 e il più recente Marina Venier, Topografia della tipografia (o meglio del libro) a Roma nel XVI secolo , in Cristina Dondi, Andreina Rita, Adalbert Roth, Marina Venier (a cura di), La stampa romana nella città dei Papi e in Europa, Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano 2016, pp. 197-216. 450 MARINA D’AMELIA braria a Roma a metà Seicento quanto mai articolata: titoli dei testi distri- buiti negli scaffali, posti sui banconi o ancora giacenti “slegati” nel magaz- zino, nome degli autori, luoghi di edizione, formato, numero di copie, non tralasciando la stima dei prezzi 2 . Non manca, infine, una lista di testi affi- dati al proprietario della bottega da alcuni privati per rivenderli 3 . La botte- ga all’insegna della Luna smercia, infatti, com’è d’uso, libri nuovi e usati. In un passo celebre del Viaggio in Italia Wolfgang Goethe rievoca l’at- mosfera di una libreria di Padova: un luogo affollato di artisti, nobili, pre- ti «che chiedono un libro, lo sfogliano, lo leggono e s’intrattengono a loro piacere», pronti ad intervenire quando Goethe chiede le opere del Palladio, «m’informarono intorno alla originale e alla copia», conversando a lungo 4 Pur non potendo contare per le librerie di Roma di un simile sguardo, pro- viamo comunque a metterci nei panni di chi, dotto o comunque letterato, entra alla libreria all’insegna della Luna. Quali libri avrebbe trovato a Roma sugli scaffali a disposizione di tutti quei potenziali lettori, che non poten- do contare su un bibliotecario cui delegare i rapporti diretti con gli edito- ri, provvedono da sé alla ricerca dei libri? Quanto varia è l’offerta sul mer- cato di Roma e che tipo di testi avrebbe potuto acquistare? Solo libri reli- giosi o anche altre pubblicazioni, in grado di soddisfare il desiderio di te- nersi aggiornato, trovare aiuto nella professione che svolge, o più semplice- mente è alla ricerca di un libro da leggere per divertirsi e svagarsi? E a qua- le costo? Era possibile, poi, per chi era pronto ad affrontare il rischio riusci- re a trovare anche testi proibiti o sospetti? Per le modalità della sua compi- lazione, l’inventario della bottega alla Luna contribuisce a fornire delle ri- sposte a simili interrogativi. Ovviamente non tutti gli aspetti sottesi all’in- ventario potranno essere qui affrontati. Allo stato delle ricerche, l’inventario del nostro Ingrillani costituisce l’unico sguardo ravvicinato di quali libri siano in vendita in una bottega libraria di Roma a metà Seicento. Userò quindi l’inventario e l’attività di Ingrillani come ‘pretesto’ per indagare la diffusione dei libri, le forme della commercializzazione, lo smercio e i comportamenti dei librai in un secolo, il Seicento, di cui si sa poco. Sono per lo più i periodici cataloghi di ven- 2 Archivio di Stato di Roma (d’ora in poi ASR), Notai della Reverenda Camera Apostolica , Rufinus Plebanus, b.1545, ff. 399-468. 3 Ivi, ff.457-458. 4 Il passo di Goethe è ricordato, assieme ad altre testimonianze, in Angela Nuovo, Il commercio librario nell’Italia del Rinascimento , FrancoAngeli, Milano 1998, pp. 260-266. 451 L’EREDITÀ DI UN LIBRAIO TRA ROMA E FIRENZE dita degli editori a offrirci un quadro delle edizioni in circolazione, men- tre rare sono le testimonianze della loro reperibilità e dell’attività dei librai di fronte ad un mercato attraversato da momenti di difficoltà e di crisi che non siamo sempre in grado di misurare appieno 5 . Epidemie di peste e guerre non sono di aiuto al commercio, come sappiamo, e, a giudicare dall’osser- vatorio dell’editoria veneziana e francese meglio conosciute, l’Europa della Guerra dei Trent’anni ha modificato il quadro del commercio e gli assetti in vigore nel Rinascimento. Il fatto che lo scenario descritto riguardi una libreria di Roma in una congiuntura temporale particolare – siamo al tra- monto del pontificato di Urbano VIII – accresce, a mio avviso, l’interes- se per l’inventario, al pari dei proprietari che si sono succeduti come titola- ri della bottega. Giovanni Maria Ingrillani è, infatti, il cognato di Andrea Brogiotti, lui sì ben conosciuto nell’editoria romana e nei circoli intellettua- li e grande intermediario del commercio del libro a livello europeo in vir- tù di consolidati canali commerciali con gli stampatori di Lione. Dietro la bottega all’insegna della Luna di Ingrillani e il suo deposito librario si de- linea, infatti, un network di figure e stampatori che hanno negli anni pre- cedenti beneficiato a vario titolo del mecenatismo nei confronti della stam- pa espresso dai Barberini. Nella tradizione degli studi sulla storia della stampa e dell’editoria, il Seicento, come accennavo, è un periodo trascurato, rispetto ad altre epo- che ritenute, a ragione, più cruciali e decisive nel destino dell’editoria e del- le pratiche di lettura. La letteratura storica sul destino del libro nella secon- da metà del Cinquecento, devastata dai conflitti religiosi e terreno d’incu- bazione dei controlli censori e dell’istituzione degli Indici dei libri proibiti, è imponente. Al pari del Settecento, epoca di nuove libertà nel commercio dei testi posti all’Indice, di vivaci discussioni sulla censura e di diffusione tra i ceti colti ad onta della condanna della filosofia illuminista 6 , fino ai re- centi sguardi rivolti oltre la seconda rivoluzione del libro del 1830 7 . Ha a 5 Rimando a Marco Cavarzere, Commercio librario e lettori nel Seicento italiano. I cataloghi di vendita, «Rivista di Storia del Cristianesimo», IX (2), 2012, pp. 263-284. 6 Si vedano Patrizia Delpiano, Il governo della lettura. Chiesa e libri nell’Italia del Settecento , il Mulino, Bologna 2007, e Lodovica Braida, Il Libro. Editoria e pratiche di lettura nel Settecento , Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 2016, comprensivi di un’estesa bibliografia. 7 Si veda in proposito Lodovica Braida e Mario Infelise (a cura di), Libri per tutti. Generi editoriali di larga circolazione tra antico regime ed età contemporanea , Utet, Torino 2010; Maria Iolanda Palazzolo, Gli editori del papa , Viella, Roma 2016. 452 MARINA D’AMELIA lungo pesato sull’immagine del Seicento, parallelamente alla frammenta- rietà della documentazione, la sensazione che i giochi fossero fatti, e al di là delle reiterate difficoltà organizzative, delle tante incertezze e ambiguità della censura, delle imperfezioni nell’applicazione degli Indici, il rapporto tra gli italiani e la lettura e il possibile allargamento delle pratiche di lettu- ra fossero stati irreversibilmente segnati dalle intromissioni della censura, generando una diffidenza all’apprendimento e alla libertà di interpretazio- ne dei testi che ha a lungo condizionato la società italiana. Le ricerche più recenti hanno permesso di articolare lo scenario e anche la situazione cul- turale di Roma, il luogo per eccellenza, in via di principio, della rifonda- zione della cultura cattolica e giro di vite delle proibizioni, ne esce arricchi- ta di inediti risvolti, poco conosciuti o non utilizzati appieno. Il Seicento è, insomma, ritornato al centro dell’attenzione degli studiosi. Più in genera- le, per interrogarsi sulla dinamica tra controlli ecclesiastici e controlli de- gli stati e del potere civile, non meno attivi nel reprimere la stampa dei testi critici nei confronti dei sovrani; oppure per mostrare le numerose falle nel controllo dall’alto di una comunicazione politica, che ad onta dei tentativi di imbrigliarla, riesce a penetrare in tutti gli strati sociali 8 In modo più specifico, anche il panorama culturale di Roma e le vicen- de dell’editoria romana hanno attirato l’interesse degli studiosi e, in que- sto caso, ad emergere sono state le diverse modalità utilizzate dai circoli di intellettuali per aggirare controlli e proibizioni e non compromettere gli scambi intellettuali con gli ambienti scientifici del resto di Europa 9 . Non meno stimolante è il panorama che emerge dalle analisi condotte in que- sti anni sulle biblioteche private esistenti a Roma tra l’élite colta 10 . Un’ éli- te che include personaggi di primo piano nella corte romana, ma non solo. 8 Marco Cavarzere, La prassi della censura nell’Italia del Seicento: tra repressione e mediazione , Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 2011 e Mario Infelise, I padroni dei libri. Il controllo sulla stampa nella prima età moderna , Editori Laterza, Roma 2014; Filippo De Vivo, Patrizi, informatori, barbieri. Politica e comunicazione a Venezia nella prima età moderna , Feltrinelli, Milano 2012. 9 Sabina Brevaglieri, Editoria e cultura a Roma nei primi tre decenni del Seicento. Lo spazio della scienza , in Antonella Romano (dir.), Rome et la science moderne entre Renaissance et Lumières , École Française de Rome, Rome 2009, pp. 257-310, e, in ottica diacronica più lunga, i vari saggi contenuti in La stampa romana nella città dei papi , cit. 10 Per un quadro esaustivo della riflessione sulle biblioteche private rimando a Mariolina Palazzolo Introduzione a Le raccolte librarie private nel Settecento Romano , «Roma moderna e contemporanea», IV (3), 1996, pp. 561-576. 453 L’EREDITÀ DI UN LIBRAIO TRA ROMA E FIRENZE Anche professionisti e ‘gentiluomini’ e amatori di libri in genere ambisco- no ad avere una biblioteca personale, conquistati dal «grande ornamento e utile che reca a ciascuna casa o palazzo una copiosa libraria» 11 . Proprio in direzione di una fruizione più allargata e meno scontata dei circoli di cor- te, preziose si sono rivelate quindi le analisi degli inventari post-mortem di privati, soprattutto quando questi sono affiancati da testamenti e da preci- se disposizioni che documentano tutta l’importanza e l’attaccamento dei proprietari nei confronti dei libri come oggetti 12 . Il vincolo a che gli eredi non disperdano il patrimonio librario collezionato con amore nel corso del tempo (piccolo o grande che sia) non è però una prerogativa esclusiva dei privati, e lo ritroviamo anche nella mentalità e negli atteggiamenti di alcu- ni librai. Conservare o meno il patrimonio librario, come vedremo, segna trasversalmente l’estesa parentela che ha al centro i due cognati, Ingrillani e Brogiotti, anche se nel loro caso alle preoccupazioni conservative si affianca una decisa sensibilità rispetto agli andamenti del mercato. Da questi e altri indizi che documentano come il possesso di libri sia entrato nelle abitudini culturali di una parte della popolazione di Roma, più composita e variega- ta di quanto si immaginasse, l’inventario della bottega libraria di Giovanni Maria Ingrillani di Roma a metà Seicento mi sembra degno di interesse e suscettibile di prospettive di ricerca in molteplici direzioni. Due temi s’intrecciano attorno al patrimonio librario, punto di osserva- zione privilegiato da cui sono partita. Il primo, più specifico, ruota attorno alla fisionomia dei librai, alle loro strategie di affermazione e di alleanza, ai canali commerciali e alle società messe in piedi, e alle relazioni più o meno fortunate che intrattengono con i potenziali finanziatori e le istituzioni; il secondo tema, più generale, si interroga sulla circolazione dei libri nella pri- ma metà del Seicento, vista appunto attraverso il prisma di chi vive e opera a Roma. Ma non affrettiamo le conclusioni. Prima di entrare nel merito del deposito libraio, vediamo di dare un volto e una personalità al proprietario della bottega alla Luna e di ricostruire le circostanze che hanno favorito il suo ingresso nel commercio dei libri. La vita di Giovanni Maria Ingrillani fa luce, infatti, seppure indirettamente, su come si possa diventare libraio, tardi, privi di abilità ed esperienza tecnica specifiche, solo in virtù dei lega- mi di parentela e della aspettativa di assicurarsi, attraverso il commercio dei 11 Secondo quanto riporta un opuscolo citato in Renata Ago, Il gusto delle cose. Una storia degli oggetti nella Roma del Seicento, Donzelli, Roma 2006, comprensivo di un’ampia bibliografia. 12 Rimando agli inventari analizzati in Ago, Il gusto delle cose , cit., pp. 185-214. 454 MARINA D’AMELIA libri, lauti profitti. Depauperato come mezzo di sperimentazione della lin- gua in volgare (almeno in Italia) e di libera circolazione delle idee, il libro continua tuttavia a rappresentare una merce, fonte di guadagno per molti mercanti-imprenditori e non solo uno strumento di conoscenza indispen- sabile per i circoli intellettuali oppure un oggetto di consumo ricercato al pari di dipinti e altre opere d’arte per altri. 1. L’influenza di un cognato Il nome di Giovanni Maria Ingrillani non compare negli elenchi di li- brai-stampatori attivi a Roma tra Cinque e Seicento, tantomeno gli si pos- sono attribuire imprese editoriali di un qualche rilievo. Nella storia del- la tipografia e dell’editoria in senso stretto, il nostro libraio non sembre- rebbe, dunque, aver ricoperto alcun ruolo di rilievo. In nessun documento viene registrato come «bibliophulus» o «librarius» e in quei pochi atti no- tarili pervenutici, al momento di definirne l’identità, il notaio scrive mer- cator Romanam Curiam sequens . La principale testimonianza delle sue atti- vità mercantili sembrerebbe essere stato l’incarico svolto nel 1631, per l’al- lora Tesoriere Stefano Durazzo, di riscuotere i crediti delle contribuzioni ‘offerte’ alla Camera Apostolica da cardinali e principi, ricevendo in cam- bio un compenso percentuale sul valore delle somme recuperate 13 . Se non vogliamo considerare la sua partecipazione qua e là a quello strumento di credito diffuso e generalizzato che sono a Roma le societas officii 14 . Di certo Ingrillani è di origine fiorentina e rivendicherà con orgoglio nel testamento le sue radici e l’appartenenza alla comunità dei fiorentini di Roma chieden- do di essere sepolto nella Chiesa di S. Giovanni dei Fiorentini, «nella tomba dei suoi avi». A differenza di lui, che non sembra aver lasciato alcuna trac- 13 Il contratto molto dettagliato è in ASR, Notai della Camera Apostolica , b.1519, 2° parte, ff. 618-619. Nonostante nella rubrica il contratto sia indicato sotto il nome di «Joahnnes Maria Inghirlannus» secondo la dicitura prevalente, la mancanza di ulteriori indicazioni di identificazione nel contratto lascia aperto un margine di dubbio se si tratti proprio del nostro libraio. Sul discusso personaggio di Stefano Durazzo, Tesoriere dal 1627, nominato in seguito cardinale e arcivescovo di Genova si veda la voce a lui dedicata da Matteo Sanfilippo in Dizionario biografico degli italiani , Istituto dell’Enciclopedia italiana, Roma (d’ora in poi DBI ), vol. 42, 1993, pp. 178-181. 14 Renata Ago, Economia barocca. Mercato e istituzioni nella Roma del Seicento , Donzelli, Roma 1998, pp. 190-195. 455 L’EREDITÀ DI UN LIBRAIO TRA ROMA E FIRENZE cia nell’attività della Confraternita dei Fiorentini, i cugini Papini sono stati più attivi 15 . Un ‘libraio puro’, un mercante di libri lontano dai torchi allo- ra? È uno dei modi di vedere una vita non scandita da molti eventi. Ma in sostanza inesatto, come un veloce sguardo al retroterra familiare e al net- work di relazioni in cui ha vissuto il nostro ci chiarisce fornendoci gli ele- menti essenziali a spiegare come sia arrivato a gestire un punto di vendita e di diffusione dei libri tutt’altro che trascurabile, come la bottega all’in- segna della Luna a Piazza Pasquino. E a nominare tutore della figlia, oltre al cognato Brogiotti, un personaggio di grande rilievo nella vita cultura- le di Roma della prima metà del Seicento, vale a dire Monsignor Virgilio Spada e a indicare come esecutore testamentario Rufino Plebano, un nota- io della Reverenda Camera Apostolica, «mio compare dilettissimo nel qua- le ho particolare confidenza» 16 . Dei tre nomi ricordati nel testamento da Giovanni Maria Ingrillani come curatori e tutori dei suoi beni, ad aver in- fluito in modo determinante sul destino dell’uomo, un posto di rilievo lo ha avuto di certo il cognato Andrea Brogiotti, artefice del rilancio della stam- peria della Reverenda Camera Apostolica e della Stamperia Vaticana, dopo l’esperienza fallimentare tentata tra il 1587 e il 1595 da Domenico Basa 17 A Brogiotti si deve, infatti, la cooptazione di Giovanni Maria Ingrillani nel mondo del commercio dei libri. Determinanti nell’esistenza di Ingrillani furono, infatti, aver sposato Cecilia Brogiotti, una delle quattro sorelle di Andrea, oltre alla familiarità presso alcuni Tesorieri e all’aver ricoperto, infi- ne, per qualche mese la carica di caporione del quartiere di Parione, il quar- tiere in cui si addensano sin dal Medioevo i professionisti della scrittura e del libro. Sui rapporti intrattenuti da Ingrillani con Tesorieri e Depositari della Camera Apostolica ameremmo saperne di più. Per il resto delle attivi- tà e delle tappe successive della vita di Ingrillani, è difficile prescindere dal legame di parentela che lo lega ad Andrea Brogiotti. Una parentela costru- ita presumibilmente sulla reciproca convenienza. Brogiotti, oltre ad avere avuto un ruolo nell’editoria romana, era un uomo che nutriva ambizioni di affermazione sociale, attento quindi ad ogni opportunità di ampliare la sua 15 Michele Papini ha ricoperto nel 1630 il ruolo di Governatore e in seguito, nel 1643, di primo Consigliere: si veda Archivio dell’Arciconfraternita di S. Giovanni dei Fiorentini, Roma, Libro delle Congregazioni , b.630, f.56 e f.118bis. 16 ASR, Notai della Reverenda Camera Apostolica , Rufinus Plebanus, v.1545, f.399v. 17 Notizie sulla esperienza di Basa nella Stamperia Camerale si possono trovare nella voce a lui dedicata di Alfredo Cioni, in DBI , vol. 7, 1970, pp. 45-49. 456 MARINA D’AMELIA rete di relazioni. Le parentele create con il matrimonio, lo sappiamo, sono importanti e nella storia dell’editoria appaiono centrali come una lunga serie di ben documentate alleanze tra famiglie di tipografi dimostra. Non meno strategiche sono state nel finanziamento del commercio dei libri ed è ragio- nevole presumere che Brogiotti, dopo aver sposato bene una sorella nella famiglia Maderno, famiglia di architetti, non avrebbe dato il suo consen- so al matrimonio della sorella Cecilia, se non vi fosse stato per lui un chia- ro vantaggio nell’imparentarsi con la famiglia Ingrillani 18 . Al momento è però difficile dire se fosse la familiarità di Giovanni Maria Ingrillani con il mondo dei banchieri oppure l’avvicinamento alla famiglia Papini ad in- teressarlo di più. Con Giovanni Maria, sono presenti a Roma altri membri della famiglia giunti da Firenze, che troviamo a vario titolo, prima o poi coinvolti nel finanziamento delle attività di Brogiotti: la madre, Caterina Papini, il fratello Ottavio e la sorella vedova Laura e il di lei figlio Zenobio Masotti. Quest’ultimo dopo essersi fatto le ossa proprio nella bottega all’in- segna della Luna dello zio Ingrillani, nella seconda metà del Seicento si ri- taglierà uno spazio di primo piano nell’editoria romana, divenendo a sua volta appaltatore della Stamperia della Camera Apostolica e mecenate del- la Confraternita dei librai 19 La partecipazione al mondo della stampa di Brogiotti a partire dal 1615, il suo fiuto commerciale, i contatti che lo legano al cardinale Maffeo Barberini prima dell’ascesa al pontificato, come libraio fornitore di libri, e a molte altre istituzioni e personalità della curia romana, a cominciare da Cesare Baronio, di cui fu copista e scrivano alla Congregazione dell’Ora- torio, la indubbia capacità di accreditarsi presso le istituzioni che contano e, infine, la sua attività di editore militante a favore dei Barberini, pronto 18 Sul matrimonio tra Angela Brogiotti e Domenico Maderno rimando a Valentino Romani, Notizie su Andrea Brogiotti libraro, editore e stampatore Camerale , «Accademie e Biblioteche d’Italia», XLI (2), 1973, pp. 72-83, principale fonte di riferimento della vita e delle attività di Andrea Brogiotti, seppure datato, cui va aggiunto, più ricco di notizie sulla famiglia Brogiotti, Saverio Franchi, Le impressioni sceniche Dizionario bio-bibliografico degli editori e stampatori romani e laziali di testi drammatici e libretti per musica dal 1579 al 1800 , Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1994, pp. 91-97. 19 Su Zenobio Masotti v. Daniele Di Cola, Il rifacimento della Chiesa di Santa Barbara dei Librai di Roma (1679-1688). Il committente Zenobio Masotti e l’attività di Agostino Marinelli, Giuseppe Passai, Luigi Garzi e Domenico Guidi , «Bollettino d’arte», 24, ottobre-dicembre 2014, pp. 125-142; e Olivier Michel, Un libraire devenu mécène , in “Alla Signorina”. Mélanges offerts à Noëlle de la Blanchardière, École Française de Rome, Rome 2004, pp. 285-302. 457 L’EREDITÀ DI UN LIBRAIO TRA ROMA E FIRENZE a registrare il mutamento del vento – esemplare il voltafaccia nei confron- ti della stampa di testi di Tommaso Campanella – sono noti 20 . Il personag- gio meriterebbe però una ricostruzione biografica a tutto tondo, che riper- corresse – ricollocandoli nel giusto contesto – anche altri aspetti meno sot- tolineati della biografia, proprio in direzione dei contatti con il mondo di mercanti e potenziali finanziatori. L’abilità di Brogiotti come imprenditore del libro e intermediario con molti editori europei gli viene indubbiamen- te riconosciuta nei circoli intellettuali, secondo quanto emerge dall’analisi dei carteggi dell’Accademia dei Lincei di Sabina Brevaglieri 21 . All’inizio del Seicento, nella generale preoccupazione espressa dagli uomini di cultura sull’impossibilità di rifornirsi di libri europei, Brogiotti è, infatti, l’unico ad essere riconosciuto come libraio «che ha gran traffico oltre i Monti» 22 Intermediario esoso, secondo la lamentela espressa da Girolamo Preti a Federico Borromeo, «sa che non è altro libraio in Roma che habbia questi libri». Nelle buone grazie dei Barberini e protetto dal cardinale Scipione Cobelluzzi, l’uomo rappresenta, quindi, una pedina essenziale, grazie ai contatti che ha con gli editori di Lione e di Parigi, per pubblicare alcu- ni testi ‘romani’ che stentano ad ottenere l’imprimatur 23 . Lo spirito com- merciale mostrato da Brogiotti meriterebbe maggiore attenzione di quan- to non ne abbia avuto finora, al pari del costante impegno profuso nel- lo sfruttare tutte le occasioni sul mercato per incrementare il suo capitale fisso. Non solo per quanto riguarda torchi e caratteri, aspetto sottolinea- to in genere dagli studiosi, ma anche per quanto riguarda i testi in circo- lazione. Nei primi trent’anni del Seicento Brogiotti accumula, infatti, tutti i patrimoni librari disponibili sul mercato sfruttando le difficoltà economi- che degli altri stampatori. Dall’ultima erede dei Blado, Isabella, ad esem- pio, egli aveva acquistato non solo torchi e caratteri che gli torneranno uti- li per le sue stampe ma anche il deposito di libri che il marito di Isabella, Geremia Guelfi, possedeva e smerciava nella sua bottega all’insegna dell’A- 20 Romani, Notizie su Andrea Brogiotti , cit., cui va aggiunto Franchi, Le impressioni sceniche , cit., pp. 91-97. Le prime testimonianze certe della sua partecipazione al mondo della stampa risalgono al 1615 e non riguardano la Congregazione dell’Oratorio come si è a lungo ipotizzato. In proposito v. Giuseppe Finocchiaro, Cesare Baronio e la tipografia dell’Oratorio. Impresa e ideologia, Olschki, Firenze 2005, p. 10. 21 Brevaglieri, Editoria e cultura a Roma , cit., pp. 278-284. 22 Ivi, p. 281, anche per la citazione successiva. 23 Ivi, per alcuni esempi, pp. 274-278. 458 MARINA D’AMELIA quila in via di Parione 24 . Acquisizione di libri che fornisce – al momento si tratta solo di un’ipotesi – il primo nucleo del patrimonio librario presente nella futura bottega «all’insegna della Luna», aperta dallo stesso Brogiotti in piazza Pasquino, la cui consistenza libraria verrà censita quindici anni dopo nell’inventario del 1643 di Giovanni Maria Ingrillani, dove testi più antichi e mai ripubblicati fanno bella mostra di sé. Non meno rilevanti sono state, quindi, le iniziative prese da Brogiotti in direzione del commercio dei libri. Avere una o più librerie aperte a Roma e sempre ben fornite costituisce uno dei punti irrinunciabili della sua strategia di imprenditore del libro. Nel 1626 quando prende l’appalto della stampe- ria della Reverenda Camera Apostolica e della Stamperia Vaticana (uno tra i tanti riconoscimenti del favore presso Urbano VIII e la famiglia Barberini) può vantarsi, parallelamente alla fama di unico fornitore di testi con respiro internazionale, di ben due botteghe che risultavano a suo nome. Molto resta da approfondire (e documentare) su Brogiotti come intermediario del libro, oltre lo stretto rapporto di patronage con la famiglia Barberini, in direzione del suo coinvolgimento con le reti mercantili e con tutti gli operatori econo- mici che nei loro traffici annoveravano il libro tra le altre merci da cui trar- re guadagni. È il caso, a questo punto, di aprire una parentesi e vedere più da vicino le associazioni tra Brogiotti e alcuni agenti, premessa del futuro coinvolgimento e della partecipazione degli Ingrillani al commercio dei libri. 2. Negozio di libri e altre merci Non sappiamo esattamente a quando risalga il matrimonio tra Ingrillani e Cecilia Brogiotti e quali patti dotali lo sostanzino. Sicuramente il ma- trimonio è precedente al 1625 poiché in un atto stipulato dalla madre di Brogiotti, Caterina Sacrati, Giovanni Maria Ingrillani risulta già indicato come genero. Siamo nell’aprile del 1625 e Brogiotti sta rilevando dal so- cio Pietro Eschinardi la libreria al Sole, bottega che hanno negli anni pre- cedenti condotta congiuntamente, per la rilevante somma di 15.000 scu- di 25 . In questa occasione la madre, appunto, supporta l’impegno preso dal 24 Romani, Notizie su Andrea Brogiotti , cit., p.77 e in Franchi, Le impressioni sceniche , cit., p. 71. 25 ASR, Notai dell’Auditor Camerae , Olivellus Julius, b.4671. Una copia degli atti è presente anche tra le carte Brogiotti confluite per eredità alla Congregazione dell’Orazione, ora in ASR, Congregazione dell’Oratorio , b.60 (fogli non numerati). 459 L’EREDITÀ DI UN LIBRAIO TRA ROMA E FIRENZE figlio con Eschinardi, con la sua Obbligatio e per rendere il suo contratto giuridicamente valido utilizza, come previsto per i contratti delle donne, anche la garanzia del magistrato «ad interponendum decretorum» 26 . Il so- dalizio tra Brogiotti e Eschinardi è ricordato dai biografi di Brogiotti, ma se ne è sottovalutata l’importanza strategica nella promozione come im- prenditore del libro, trascurando le forme assunte dal contratto. In realtà Pietro Eschinardi è Pierre Echinard, personaggio di un certo rilievo ne- gli scambi commerciali tra Roma e la Francia: è un mercante-spedizionie- re accreditato formalmente dal Re di Francia come agente presso la corte di Roma, e in questa veste svolge anche le funzioni di agente a Roma per Nicolas Fabri de Peiresc, l’erudito al centro di una delle più importanti reti epistolari della Repubblica delle lettere del Seicento, riferimento indispen- sabile anche per gli accademici dei Lincei e i circoli culturali di Roma 27 . In mancanza di puntuali registrazioni contabili, pur previste negli accordi sti- pulati tra i due soci dai notai, è più la parte che rimane sommersa di quel- la che emerge delle attività della compagnia. Chiari però mi sembrano il peso e l’influenza via via conquistati da Brogiotti nella partnership a sca- pito del socio. All’inizio, nel primo contratto (che fa seguito a una prece- dente scrittura privata redatta nel 1611) Brogiotti figura, infatti, solo come «ministro in negotio bibliothecae ut dicitur del Sole» 28 in piazza Pasquino di Eschinardi che, grazie al suo ruolo, ha in mano evidentemente i fili de- gli scambi con la Francia; scambi che – è il caso di sottolinearlo – non sem- brerebbero limitarsi esclusivamente al commercio dei libri 29 . Nel primo ac- cordo stipulato tra i due, infatti, oltre ai libri, si fa esplicito accenno «tan- to al negotio di libri, come in qualsivoglia altra mercantia» che di comu- ne accordo i due soci faranno venire dalla Francia. A Brogiotti andrà un terzo degli utili e «non potrà pretendere altra provisione che questo utile». Mentre Eschinardi prende su di sé le spese di viaggio, relative alle vettu- re, ai noli, alle dogane e alle assicurazioni, Brogiotti s’ impegna in cambio, 26 Sull’importanza della presenza del magistrato cui spettava la facoltà di interporre i decreti nei contratti stipulati dalle donne, v. Simona Feci, Pesci fuor d’acqua. Donne a Roma in età moderna: diritti e patrimoni , Viella, Roma 2004. 27 Ai rapporti tra Peiresc e Eschinardi accenna Peter N. Miller, in Peiresc’s Mediterranean World, Harvard University Press, New York 2015. 28 L’insegna al Sole è usata da Brogiotti come marca delle proprie edizioni, v. Franchi, Le impressioni sceniche , cit. p. 92. 29 ASR, Notai della Reverenda Camera Apostolica , Antinorus Livius, b.78, ff. 699-713, da cui sono prese anche le citazioni che seguono. 460 MARINA D’AMELIA «pro rata del suo terzo» di utile, a pagare l’affitto della bottega, le eventua- li provvigioni del «negotio» e i viveri dei giovani che vi lavorano (calcolati a 50 scudi a testa l’anno). Una volta che le merci sono arrivate a destinazio- ne nella bottega, Brogiotti dovrà rispondere del suo in caso di «rubamen- ti et altro caso preteso, e fortuito», mentre Eschinardi non dovrà patirne «danno alcuno». Altre clauso