II a A.T. [ABBA BAAB CDE CDE] P rincipe moro, cui largito ho il meglio ed il peggio di me in un solo dono, laconico mi fingo un tuo perdono. Sottile la tortura di un risveglio mai voluto o pensato, ma che prono col raggio mi ha trafitto del suo speglio, mi rivuole per sé. Se ancora veglio nel grembo della notte, è per il tono perentorio e svagato del ricordo. Non procede un’essenza da un sussulto irrito e momentaneo — lo sai. Eri l’Altro e me stesso. A volte mordo il cuscino del dubbio e dopo esulto: dell’alba ai primi passi sparirai.