Sociologia Communico: Linguaggi, immagini, algoritmi Sociologia Università degli Studi di Firenze (UNIFI) 48 pag. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica-pasquariello (fedexdisegno@gmail.com) CAPITOLO 1 Dalle ideologie ai luoghi comuni Comunicazione e comunità hanno la stessa natura perché non può esistere la comunità senza comunicazione e viceversa. La comunicazione rappresenta l’evoluzione di una società, la sua evoluzione sarebbe proprio la complessità della stessa società. Nella società la comunicazione è legata al cambiamento dei sistemi di potere. La comunicazione è determinante nelle relazioni, per confermare il potere, attraverso simboli. La comunicazione è implicata nei diritti di cittadinanza. Iniziando dalla Rivoluzione francese dell’89 i termini libertè, egalitè, fraternitè; da questi principi ha inizio la comunicazione in rapporto col potere. In primis abbiamo i rapporti tra comunicazione e le diverse forme di potere politico che competono. La comunicazione agisce soprattutto nel definire e inventare lo spazio della politica, i luoghi e i momenti in cui la politica fa sentire la sua forza e persuade i suoi interlocutori. Nella società moderna si inserisce uno spazio nuovo ovvero quello dell’opinione pubblica affinché essa possa funzionare in modo indipendente dall’informazione. Nasce l’idea dell’indipendenza dell’informazione chiamato “quarto potere”, con questo nome viene anche tradotto un celere film di ORSON WELLS, CITIZIEN KANE. Infine, la comunicazione agisce in forme dirette o usate per sostenere o opporsi al potere economico. Spesso la comunicazione è più efficace ed invadente della pubblicità alla ricerca del consumatore. Comunicazione e consumi sono strettamente legati ai meccanismi della pubblicità e industria culturale. L’esistenza di una competizione nella diffusione di prodotti va a dividere la società di tipo totalitario (senza mercato) da quelle liberali (libero mercato). Nelle società economicamente sviluppate troviamo concentrati i temi dell’informazione e della comunicazione, in cui i diritti di cittadinanza sono affermati. Il diritto all’informazione e alla comunicazione è uno dei diritti universali di cittadinanza. 1.1 Sovversione e legittimazione Il momento sovversivo è una fase di rottura, violenta, che favorisce il cambiamento radicale. Il momento di legittimazione segue quello sovversivo alla fine in: sconfitta dei meccanismi rivoluzionari e il ritorno all’ordine oppure il compimento del processo rivoluzionario in una nuova forma di stato e nella definizione di nuove regole per la società. Il 1798 rappresenta il modello rivoluzionario, con culmine nel 1793 con Robespierre. Lo spazio politico è considerato lo spazio pubblico in cui agiscono e si confrontano idee differenti, progetti alternativi, leader che entusiasmano. Sovversione e legittimazione si confrontano sia su luoghi fisici, creando spazi e stabilendo confini ma allo stesso tempo assumono un valore simbolico. La comunicazione dei grandi eventi e la trasmissione sono la base per la costruzione di forme di unità spirituali come quelle riferite a un popolo o di una nazione. Nella rivoluzione il rapporto tra politica e produzione simbolica si oppone alle culture, ai miti del vecchio potere politico: l’arte, la musica, la letteratura sono simboli del potere assoluto, da abbattere. Illuminati dai valori rivoluzionari, dal teatro, le macchine e gli spettacoli pubblici sono gli strumenti usati per produrre la nuova cultura. Ci fu una particolare attenzione verso il comportamento della folla e le sue azioni collettive ma l’attenzione si rivolge anche ai meccanismi individuali di risposta. Importanti sono i luoghi in cui il pubblico può usufruire dell’oggetto artistico. La funzione civile è innanzitutto una funzione educativa. La necessità di inventare nuovi luoghi con ideali rivoluzionari è sottolineata dal massimo protagonista politico della Rivoluzione francese, Robespierre. Nel suo discorso pronunciato alla Convenzione del 7 maggio 1794 “sui rapporti delle idee religiose e morali con i principi repubblicani e sulle feste nazionali” egli sottolinea l’importanza di formare i cittadini e formare una nuova forma di educazione pubblica. 1.2 La comunicazione politica come demagogia La prima metà del ventesimo secolo si impone la società totalitaria con il ruolo dominante dello stato e con un dittatore (stati totalitari: Italia, Germania, unione sovietica, spagna e portogallo). Le parole, i gesti, i rituali sono rafforzati dall’uso di due mezzi di comunicazione di massa: la radio e il cinema. Questi ultimi rendono comuni e accessibili a tutti le parole, i messaggi pronunciati. Una nazione è realizzata proprio dal Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica-pasquariello (fedexdisegno@gmail.com) linguaggio e dalla simbologia che unifica le classi sociali, i diversi interessi, i generi, i costumi. Il rapporto tra oratore e folla, fra politico e masse produce mobilitazione o pacificazione. La folla perde ogni differenziazione sociale in quanto è una massa che si adegua a nuove forme di rituali. Si radicalizza l’immagine del capo, del leader. Esso utilizza nella politica un linguaggio e una gestualità teatrale. 1.2.1 Magia e popolo Per Richard Wangner il 1848 ci sono idee politiche, sovversione e rivoluzione che si fondano con scelte decisive di rinnovamento concentrate sul rifiuto della tradizione moderna sia nelle forme borghesi. Nelle due opere: L’opera d’arte dell’avvenire e Opera e dramma, denuncia l’incapacità dell’arte moderna di influire sulla vita pubblica, il Volk ovvero la gente e la nuova musica sono dipendenti. Importanti per Wagner le parole: wort, ton, drama (parola, musica, azione) racchiudono la funzione dell’opera d’arte, collocandola fuori dal tempo storico e che si proietta nel futuro. Solo l’uomo libero dalle convenzioni morali e della sfera pubblica può rompere le catene con la società. La gesamtkunstwerk (un’opera d’arte che fa uso di tutte o molte forme d’arte) si realizza nel teatro di Bayereuth dove lo spettacolo e il dramma diventano un’opera che risucchia ogni impurità sociale, dove ogni diversità di classe scompare, grazie al fascino dell’opera d’arte. Wagner dice che grazie all’opera d’arte lo spettatore ha l’impressione che il palcoscenico sia lontanissimo pur scorgendo la sua effettiva vicinanza, e sembra che le persone che vi compaiono siano superiori quasi sovrumane. 1.2.2. Il rito pubblico: la nazionalizzazione delle masse George Mosse sottolinea lo scambio tra politica e arte e individua l’interazione tra simbologie e rituali popolari definendola “nazionalizzazione delle masse”. L’utilizzo di riti pubblici, feste nazionali hanno lo scopo di ridefinire lo spazio pubblico. La restaurazione di miti rivela la reazione questa lacerazione causata dalla lacerazione che la modernizzazione e la secolarizzazione avevano prodotto nella società borghese. La funzione dell’opera d’arte viene esaltata dalle origini mitiche e sacre. Sul piano politico avremo il Fuhrer o duce ad esaltare la violenza purificatrice facendo mobilitare le folle. Nel saggio Mein Kampf, viene dimostrato come la psicologia di massa pseudoscientifica si coniuga con la dominazione totalitaria: le grandi masse sono paragonati a bambini, dubbiosi. I pensieri del popolo e le loro azioni sono determinati dalla emotività. La propaganda deve rivolgersi alle masse ed essere vicina alle capacità del pubblico a cui ci si rivolge. Quindi avrà un livello spirituale basso quanto più la massa è grande. La propaganda si concentra su quell’unica ragione che dev’essere esaltata. Essa mostra esclusivamente la propria verità. 2. Il progresso La connessione della società di massa con le comunicazioni di massa fa si che le idee elaborate da intellettuali si diffondano rapidamente e diventano comuni. Il progresso nel pensiero francese e inglese del XIX secolo era considerato una legge inevitabile per l’umanità. I rappresentati di questa prospettiva sono Henri de Saint-Simon e Auguste Comte. Per Saint- Simon la storia umana si sviluppa a partire da una fase iniziale basata sul conflitto fino ad arrivare a uno stadio finale di produzione. Comte propone una “legge dei 3 stadi” che riguardano sia lo sviluppo individuale che a quello dell’umanità intera, si tratta di una teoria evolutiva della società e del pensiero che preannuncia l’avvento dell’era positiva in cui la scienza ricopre un ruolo centrale nella vita degli uomini. Anche la scienza attraversa tre stadi di sviluppo fino ad arrivare ad una scienza positiva della società detto: sociologia. Al concetto di progresso si lega la teoria darwiniana dell’evoluzione. La rivoluzione industriale aveva modificato le condizioni di vita degli uomini in meglio, nelle regioni centro-occidentali dell’Europa e negli stati uniti. La diffusione della stampa e la scolarizzazione aveva alzato il livello educativo di queste popolazioni. Nel 1917 in un saggio Max Weber disse che l’unico significato di “progresso” è riferito a quello tecnico. Il progresso tecnico (o rivoluzione tecnologica) è stato analizzato in termini di scoperta e di diffusione di nuove tecnologie rese possibili dallo sviluppo della ricerca scientifica. Questo sviluppo si svolge con varie rivoluzioni nel corso del tempo. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica-pasquariello (fedexdisegno@gmail.com) 2.1 Le esposizioni universali L’industria, l’economia e la produzione industriale si afferma nel XIX secolo soprattutto a Londra e Parigi. Per l’Italia l’unica sede è Torino. È fondamentale esporre e attirare grandi folle nelle metropoli che ospitano questi grandi eventi per creare una cultura di massa. Il primo tentativo di mostrare i prodotti creati dalle industrie dei vari paesi risale al 1756 a Londra. Il primo maggio del 1851 viene realizzata la prima vera esposizione universale, a Londra, in un palazzo di ferro e cristallo. Queste manifestazioni mostrano alla folla i progressi scientifici raggiunti, è un modo per comunicare alla massa, di veicolare le esperienze e le conoscenze, modo che favorisce il turismo e il commercio. 3. Sfera pubblica moderna: Habermas e l’opinione pubblica Habermas nella sua “Storia e critica dell’opinione pubblica” per indicare i caratteri della sua ricerca scrive che per “sfera pubblica borghese” intende una categoria tipica di un’epoca. Solo nell’Inghilterra del 600 e in Francia si può parlare di “opinione pubblica”. 3.1 La ragione e gli intellettuali Col formarsi della società moderna, uno dei punti importanti fu che l’opinione pubblica sia fondata su un’attività razionale, governata dalla ragione. La ragione è un principio universale ma il suo esercizio dipende dalla persona che la utilizza. Il valore aggiunto corrisponde alla comunicazione e al dialogo fra i soggetti. Le opinioni per essere efficaci e influire sulle decisioni di governo devono avere un fondamento di razionalità. La capacità di giudizio è legata al sapere, quindi agli intellettuali che aspirano a indicare nuove vie da percorrere per la società. Adorno e Horkheimer esaltarono la figura dell’intellettuale. Habermas fa una riflessione kantiana sulla configurazione dell’opinione pubblica. Il tema chiave è la pubblicità cioè quell’insieme che permette di definire un luogo, anche ideale, riconosciuto. L’opinione pubblica si fonda sul riconoscere il valore del sapere e quindi si sottolinea il ruolo importante degli intellettuali. Il valore del sapere è universale e quindi la sfera dell’opinione pubblica ha un valore universale. L’opinione pubblica è indispensabile per la società moderna e per la propria libertà. Per far affermare questa libertà abbiamo strumenti come libri, giornali quindi la divulgazione delle informazioni. Kant dice che l’intellettuale è importante come elemento di mediazione nei rapporti tra popolo e potere. Nasce quindi il diritto all’informazione e alla comunicazione, come diritto universale per qualunque società. Lo spazio della “pubblicità” garantisce il dialogo tra cittadini fondando una parità fra cittadini, laddove non esiste. Secondo Innis se il monopolio si estende alla società civile, porta quest’ultima ad avere un regime totalitario. Habermas segue il pensiero di Kant sulla “pubblicità”. Essa è costruita attraverso l’elaborazione e la diffusione delle idee. Per gli illuministi occorre individuare le condizioni affinché ci si uguaglianza e parità tra i soggetti che agiscono dentro la sfera pubblica, creando e diffondendo opinioni. Infatti, chi ha il potere lo afferma attraverso la comunicazione. La parità e l’uguaglianza non sono un dato ma un processo e spesso sono instabili. Kant andava contro Hobbes, in quanto credeva che la ragione è pubblica perché universale, il pubblico è l’insieme dei lettori. Appare importante il ruolo della scrittura e del libro: l’agorà è costituita dagli scrittori e dai lettori e non dagli ascoltatori muti. La ragione si fonda sul dialogo che prevede la critica e lo scambio. Kant ritiene che così come un individuo dimostra capacità di sostenere le proprie opinioni, allo stesso modo deve essere in grado di sostenere la propria posizione, quindi, deve essere un proprietario privato. I cittadini, quindi, sono solo i proprietari in quanto padroni di sé stessi. Il potere conquistato dall’opinione pubblica rivendica la possibilità di un’opinione. Alexis de Tocqueville, pensatore della democrazia liberale, emerge il pessimismo verso l’opinione pubblica. Habermas privilegia il pensiero liberale. Altro aspetto trattato è il contratto, una volontà popolare espressa in assemblea. Per Hobbes il contratto è necessario per riportare ordine di fronte al disordine delle guerre Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica-pasquariello (fedexdisegno@gmail.com) civili che danneggiano qualsiasi forma di coesione sociale. Per Rousseau l’uomo è nato libero e ovunque si trova in catene, anche chi si crede il padrone degli altri non è meno schiavo di loro. 3.2 Una critica a Habermas: John Thompson Secondo Thompson Habermas è troppo ottimista, la ricostruzione storica è idealizzata. Le opinioni, i luoghi di discussione, le redazioni dei giornali sono un elemento decisivo per la formazione della società moderna. Gli interessi economici e i rapporti di potere agiscono perciò dentro la sfera pubblica condizionandole. Nascono le grandi imprese come l’Encyclopedie e si afferma un mercato degli editori e degli scrittori autonomi. La stampa è lo strumento per una crescita indipendente, basata sul libero scambio delle idee e quindi sulla comunicazione, separato dalla sfera dello Stato e dalla sfera più privata della famiglia e di sé. 4. Pubblico e pubblicità Habermas ha definito “pubbliche” quelle istituzioni che contrariamente alle società chiuse, sono accessibili a tutti. In Italia non possiamo parlare di “pubblicità” col significato di sfera pubblica. 4.1 Pubblicità: un crocevia tra opinione pubblica e consumi di massa Giampaolo Fabris è stato uno dei maggiori esperti nello studio del consumatore e della pubblicità. Ha definito un nuovo approccio allo studio del consumatore: il “SOCIETING”. Elementi fondamentali di quest’ultimo sono il riconoscimento di nuove forme di socialità, il valore della merce, il ruolo di partner e committente del consumatore. Societing significa porre l’attenzione su incisivi cambiamenti e sottolineare che il mercato è parte della società, è un suo subsistema. All’inizio degli anni 80 Fabris critica òl’uso che si fa dei sondaggi in Italia: sostiene che il sondaggio è un mezzo per manipolare l’opinione pubblica. È uno strumento democratico ma dipende da come viene usato. Bisogna studiare i punti di vista, gli atteggiamenti altrimenti si coglie l’aspetto più deforme. Fabris nella sua ricerca sui consumi adotta il concetto di stile di vita e definisce i comportamenti e le scelte degli individui come una struttura basata sui valori che essi condividono. 4.2 Consumi e consumatore: dal moderno al postmoderno Il consumatore postmoderno non si caratterizza soltanto per dare più spazio alle emozioni, né per esprimere una maggior autonomia del mondo della produzione. Questo consumatore si distingue per il suo rincorrere gli acquisti, la creatività e all’immaginazione. Per il nuovo consumatore “flaneur (ozioso) la tendenza ad esplorare territori inediti nello shopping si svolge all’insegna del gioco e del piacere, senza alcuna finalità di acquisto. Capitolo 2 Società di massa e comunicazione Marx, Weber, e Freud sono i protagonisti nella storia dei secoli del XIX e XX secolo. Marx pone al centro delle dinamiche sociali il conflitto tra operai e capitale. Per Marx il motore dominante nella formazione della società moderna è il capitalismo e il capitalista è l’attore di azioni eroiche e drammatiche fondamentali nella costruzione della modernità. La modernità consente a Weber di elaborare alcuni conetti chiave: il ruolo dei professionisti nella politica in cui la comunicazione è decisiva, così come la formazione delle leadership. Freud considera la scoperta dell’inconscio. La realtà è piena di forze contrapposte. Gli umani sono soggetti e non padroni degli impulsi, le paure e il piacere vengono diffusi all’intera comunità attraverso i mezzi di comunicazione. Nella comunicazione possono essere sfruttate le debolezze o le Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica-pasquariello (fedexdisegno@gmail.com) aspettative degli individui per incentivare i consumi ella popolazione. Due opere di Freud rappresentano l’esplorazione di una realtà complessa: L’interpretazione dei bisogni e Psicopatologia della vita quotidiana. 1. Karl Marx Egli prende due posizioni: la prima riflette la sua dottrina e qui non c’è la comunicazione. La seconda invece tratta del concetto di general intellect , in cui la scienza e la tecnologia assumono un significato decisivo e il valore dell’intelligenza assume un ruolo inedito. 1.1 Proletariato vs massa Importante per Marx è il proletariato. Sviluppandosi l’industria, il proletariato non solo cresce di numero ma si si addensa di grandi masse. Il proletariato si distingue dalla massa per la coscienza. La grande industria raccoglie la folla in un solo posto. La concorrenza le divide nei loro interessi, ma il mantenimento del salario li unisce in uno stesso fine: la coalizione. Così la coalizione ha un doppio scopo, di far cessare la concorrenza degli operai tra loro, per poter fare una concorrenza generale al capitalista. Per Marx non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma è il loro essere sociale che determina la loro coscienza. 1.2 General intellect Il concetto di general intellect è introdotto da Marx nel Frammento sulle macchine dei Grundrisse. Le caratteristiche principali della produzione sociale sono individuate nella decrescente importanza del salario e nell’organizzazione di un basso lavoro produttivo e dei servizi. Il general intellect è la base degli attuali processi di globalizzazione dove i produttori perdono il ruolo centrale nella vita sociale. I luoghi su cui si sono costruite le classi sociali di riferimento, la fabbrica e le metropoli urbane, si sono profondamente trasformati. L’esempio può essere lo sviluppo di software open source, nel quale degli sviluppatori collaborano per produrre sistemi operativi, spinti da motivazioni diverse da quelle del salario. La collaborazione per produrre il software prevede che la ricerca e la scienza come ambito comune. Per Marx invece la cooperazione origina dall’interesse dei produttori, cioè i proletari, gli operai di non farsi più concorrenza tra loro ma di unirsi in rivendicazioni per contrastare il capitalismo. Il capitale diminuisce il tempo di lavoro necessario. Le forze produttive e le relazioni sociali rappresentano per il capitale solo un mezzo. La natura non costruisce machine ma è il cervello umano. Lo sviluppo del capitale fisso mostra fino a che punto il sapere sociale è diventato forza produttiva immediata, quindi 2 Max Weber Webex è considerato il fondatore e il massimo rappresentate delle scienze sociali. Nella sua opera Economia e società definisce gli elementi essenziali che caratterizzano la società moderna e propone un metodo per studiarne i processi e prevederne gli esiti. Appaiono alcuni temi interessanti per le scienze della comunicazione che sono: L’analisi di una vera e propria meccanica attraverso cui si costruiscono forme di consenso di massa e si modifica l’opinione pubblica; Lo studio delle modalità attraverso cui si impone un leader. Interessante sono le ricerche nell’ambito della politica e della comunicazione legati alla nascente società di massa: avvocati, giornalisti. L’importanza dell’informazione per creare opinioni porta a una nuova attenzione nei confronti dei professionisti. Con Weber troviamo temi presenti in tutto il 900 come: la produzione, la selezione e la manipolazione delle notizie, la censura e la propaganda. 2.1 L’imprenditore capitalista Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica-pasquariello (fedexdisegno@gmail.com) Il capitalismo per Weber viene affrontato nel” L’etica protestante e lo spirito del capitalismo”. Il capitalismo è artefice del cambiamento nella società moderna, ma per Weber non è rivoluzionario perché è un termine usato da Marx. L’imprenditore capitalista è il tipo ideale che genera una società nuova. A questa figura “ideale” di protagonista della società moderna si oppone la figura del leader, colui che fonda il proprio potere sul rapporto tra capo e popolo sulla base del carisma. Quest figura si impone nei regimi totalitari in Europa. Il carisma è una dote assolutamente personale e si afferma grazie ai mezzi di comunicazione di massa. 2.2 Il potere carismatico Weber distingue 3 tipi di potere (razionale, tradizionale, carismatico) e sottolinea il carattere del potere carismatico del capo, esso rompe con le regole. Il cittadino è il soggetto privilegiato che può affidare ad altri il potere democratico o parlamentare. Per Weber il carisma è un potere rivoluzionario, esprime una qualità che impone ai seguaci una fede: essi non sono cittadini ma sudditi. Secondo Weber l’affermarsi di un uomo con carisma rivela la vittoria di forze irrazionali. Il leader non rispetta alcuna regola e il capo non risponde a elettori ma nega le regole del passato ed ha un carisma plebiscitario. Il carisma è la qualità di un capo che si impone fino ad assumere il potere totale. È il fondatore dello stato totalitario. Weber analizza e mette a confronto alcune categorie generali: la razionalità, che governa lo sviluppo economico del capitalismo, e l’irrazionalità basata sul consenso plebiscitario; il rispetto del principio di competenza e l’esaltazione della fedeltà e della devozione al capo. Le società liberali sono travolte dai cambiamenti di leadership e dalla mobilitazione di massa. Le forme di dominio si espandono per realizzare un rapporto totale e diretto col popolo. L’opinione pubblica scompare ma riacquisterà un ruolo rilevante la dove la società di massa attuerà forme di correzione di mercato come il consumo, importante per riaffermare il ruolo del quarto potere (quello dell’informazione e della comunicazione). S2. I tre tipi di potere legittimo: il potere razionale, il potere tradizionale e il potere carismatico. Vi sono 3 poteri legittimi. La validità può essere: 1. Di carattere razionale: si basa sulla legalità, coloro che sono chiamati ad esercitare il potere legale; 2. Di carattere tradizionale: di carattere quotidiano, coloro che sono chiamati a rivestire una autorità; 3. Di carattere carismatico: di carattere sacro o forza eroica. S10. Il potere carismatico, le sue caratteristiche e le sue forme di associazione Per carisma si deve intendere una qualità considerata straordinaria che viene attribuita ad una persona. Pertanto, questa viene considerata di forze e proprietà sovrannaturali. Sulla validità del carisma decide il riconoscimento spontaneo dei dominati. Se l’investito del carisma non consegue da tempo il successo allora la sua autorità rischia di scomparire. Il soggetto viene scelto in base alle qualità carismatiche. Il potere carismatico si contrappone a quello razionale, a quello tradizionale e quello patrimoniale. Il potere burocratico è vincolato da regole quindi razionale, il potere carismatico è irrazionale quindi manca di regole, il potere tradizionale è vincolato ai passati ed è orientato in base a regole. 4. Il carisma puro è estraneo all’economia 5. Il carisma è la grande potenza rivoluzionaria 2.3 Il grande demagogo Nel 1918 Weber tiene due conferenze all’università di Monaco. Il concetto di professionalizzazione in Weberg è importante per definire i ruoli che nelle società premoderne non esistevano. La professionalizzazione è legata all’affermarsi del capitalismo. I professionisti nell’amministrazione, nello Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica-pasquariello (fedexdisegno@gmail.com) stato, nei servizi garantiscono lo sviluppo di una società che valorizza le competenze. La professionalizzazione dipende da due processi: dalla specializzazione dell’uomo politico legata ai nuovi mestieri che si stanno affermando in questo campo, dall’altro dall’emergere della figura del capo caratterizzato dalla fedeltà dei suoi seguaci. Si instaura il conflitto tra l’affermazione del capo carismatico e il sistema delle legalità istituzionali basato sulla valorizzazione delle competenze. Weber muore nel 1920, non avendo modo di assistere al fascismo e nazismo. Con la crisi della repubblica di Weimar, però, viene trasformata la società civile, gli uomini nuovi costruiscono la propria immagine attraverso un rapporto magico e irrazionale con le masse, utilizzando i mezzi di comunicazione quali: la radio, il cinema, la tv. La figura del capo è apparsa in ogni paese ed in ogni epoca storica in due figure: quella del mago e del profeta, dall’altra quella del duce eletto in guerra. 2.4 Le professioni della politica L’amministratore o funzionario, secondo Weber non deve far politica. Il funzionario deve seguire regole e norme anche quando non le condivide, importante nella società liberale. Mentre il politico è dominato dalla passione e deve trasmettere entusiasmo, deve badare all’applicazione delle leggi. Quando questi ruoli cambiano, non c’è più società liberale ma una società in cui il totalitarismo prende il sopravvento. Questi due ruoli si confrontano nella sfera pubblica, spesso il politico deve violare i limiti della sfera pubblica per realizzare il proprio compito; il funzionario al contrario deve rimanere all’interno di quei confini e rispettarne le regole. Ruolo decisivo lo hanno i professionisti della politica come: l’avvocato e il giornalista. L’avvocato La difesa degli interessi appartiene agli avvocati, egli è superiore a qualsiasi funzionario. È l’unico a poter far vincere una causa appoggiata da argomenti forti. Il giornalista La vita del giornalista è abbandonata al caso. Sono i più in voga a essere sottoposti a prove difficili. 2.5 Max Weber oggi Per Weber le masse sono il polo negativo, funzionano come momento di pressione dominata da un capo. Il capo ha la funzione di avere effetti di persuasione. La natura sentimentale delle masse rivela le emozioni. Secondo Weber tra capo e masse si crea la comunità emozionale. Si afferma il leader carismatico ma Weber lo contrappone alla razionalità del capitalista. Il demagogo moderno sfrutta le emozioni, i sentimenti mentre il capitalista usa la razionalità. Wilhem Reich si basa sul concetto di “peste emozionale” ovvero che collega i fenomeni del totalitarismo con la società a capitalismo avanzato. Damasio un neurobiologo, analizza il leader che cerca prima di tutto visibilità e consenso soprattutto utilizzando i social media. Secondo i suoi studi la socialità si concentra sulla conversazione breve di soggetti reciprocamente sconosciuti. La socialità si basa sulla narrazione reciprocamente accettata sulla collaborazione tra soggetti attivi in rete. Con i social media cambia il modello di comunicazione quindi il messaggio va da molti a molti. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica-pasquariello (fedexdisegno@gmail.com) 3 Sigmund Freud Nell’analisi della società di massa di Freud, ci offre 3 prospettive di lettura dei suoi studi sulla psicoanalisi. Nel saggio Psicologia delle masse e analisi dell’Io dichiara la sua critica verso Gustave Le Bon e la sua adesione alla teoria di Darwin. Nel saggio Disagio della civiltà mette in discussione l’ideologia del progresso della civiltà umana. L’uomo rinuncia alla piena felicità per avere in cambio dagli altri uomini sicurezza. L’interpretazione dei sogni è l’opera che influenzerà psicologi, neurologi e surrealisti del Novecento. 3.1 Psicologia di massa I momenti irrazionali del comportamento di massa son descritti nella Psychologie des foules di Gustave Le Bon, il quale indagava le masse. La prima caratteristica delle masse è l’uniformazione ovvero in massa hanno un’anima collettiva quindi agiscono, pensano in modo differente da quello in cui ciascuno di essi preso isolatamente, sentirebbe o penserebbe e agirebbe. L’insorgenza di questa unità psichico-morale delle masse non deriva né dal numero degli individui né dallo spazio, ma da modificazioni di soggetti stessi. Non è la somma di singoli individui ma un corpo con qualità del tutto differenti. In una prima fase Le Bon si occupa dei caratteri sfuggenti e variabili di queste masse. Un individuo messo in una massa andrà a perdere la personalità, la volontà. Non è più consapevole di quel che fa. C’è una perdita di consapevolezza, razionalità e controllo. Quanto più si spersonalizzano tanto più è necessaria una personalità forte del capo che esercita il suo comando attraverso la parola, il discorso. Secondo Freud l’individuo nella folla è come un essere primitivo, le masse sono facilmente influenzabili col carisma del capo che tendono ad imitare. Le masse hanno istinti conservatori e un rispetto per le tradizioni. Le Bon individua la struttura psicologica delle folle urbane che prevede un abbassamento intellettuale quando l’individuo nella massa perde le proprie qualità ed il controllo di sé. Freud invece si interessa della massa stabilizzata, quindi quelle che fanno parte di istituzioni quali chiesa, l’esercito. Freud parla della pulsione gregaria che produce la falsa uguaglianza nella massa assoggettata al capo. Tutti i singoli devono essere uguali fra loro ma dominati da uno solo. Le masse, dunque, sono un pericolo ma un’opportunità per sovvertire quell’ordine politico del totalitarismo. Il capo della massa è quello temuto, la massa continua a voler essere dominata, ha sete di sottomissione, secondo Le Bon. Ma cosa tiene insieme le masse? Per Freud è da ricondurre alle pulsioni esistenti, quella sessuale e di morte, che sono sociali. Per lui si tratta di un legame libidico. La massa viene tenuta insieme da qualche forza. Quindi l’uomo è un animale che vive in orda (comunità nomade di cacciatori) guidato da un capo supremo. 3.2 (In)felicità e società L’uomo primordiale stava meglio perché ignorava le restrizioni pulsionali, ora invece l’uomo civile ha barattato un po’ di quella felicità per un po’ di sicurezza. Nella società moderna l’io si sente a disagio, incontra limiti per il proprio potere. Freud, perciò, si concentra sul rafforzare l’io, renderlo più indipendente dal super-io. “infelicità nella civiltà” è il titolo dell’opera di Freud, il quale descrive il disagio, infelicità, proprio della civiltà. Il pessimismo freudiano si estende alle formazioni collettive, alle società. Freud mette l’accento sulla presenza di pulsioni aggressive negli esseri umani. La presenza della pulsione di morte è l’unica spiegazione possibile alla presenza delle pulsioni aggressive della natura umana. Questa pulsione di morte si trasferisce anche nei rapporti sociali. La presenza di pulsioni genera un senso di colpa nella civiltà. 3.3 L’inconscio Freud dice che l’inconscio è il vero padrone delle nostre azioni in quanto rivela che l’io non è padrone in casa propria perché abitata da una dimensione inconscia. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica-pasquariello (fedexdisegno@gmail.com) 3.4 I critici di Freud: Jung e Reich 3.4.1 Carl Gustav Jung La psicologia analitica di Jung è in contrasto con quella di Freud nel 1912. Jung sostiene che la vita del singolo è un percorso chiamato processo di individuazione, di realizzazione del se personale a confronto con l’inconscio individuale e collettivo. Jung respinge il materialismo di Freud e con la teoria degli archetipi, principi che vanno al di là delle culture, sottolinea che non contano gli individui. L’archetipo è come un vaso che non si può svuotare né riempire mai completamente. Sono elementi incontrollabili dell’incoscio, ma cambiano forma continuamente. 3.4.2 Wilhelm Reich Reich, muovendosi dalle scoperte di Freud, nel 1933 scrive Massenpsychologie des Faschismus, l’opera definisce la struttura psicologica degli individui e delle masse che sottostanno al potere del nazi-fascismo e dei dittatori in generale. La repressione sessuale è alla base della psicologia di massa. Reich va contro Freud ed è convinto che ci sia un collegamento tra repressione sociale e repressione della sessualità e identifica la salute psichica con la liberazione della sessualità. Sostiene che le masse che esaltano la guerra, il razzismo e la crudeltà sono coinvolte da una peste emozionale. Si oppone ai termini marxisti “borghese” e “proletario” sostituendoli con reazionario e libertario. Sosteneva che coloro che pagano di più per questi limiti posti dalla società sono le classi con minori possibilità economiche e meno istruite, quelle che subiscono il potere passivamente senza aver strumento per rivoltarsi. CAPITOLO 3 COMUNICAZIONE DI MASSA E CONSUMI Per Walter Benjamin le tecnologie offrono opportunità nuove, rivoluzionarie, pur presentando rischi. Le nuove forme di comunicazione sono legate alle masse. Adorno e Horkheimer sono i primi ad usare la categoria di industria culturale. Benjamin non usa il termine consumatore e vede nelle masse attive il soggetto che può trasformare il mondo. Per Adorno la musica è il simbolo dell’arte mercificata e per Benjamin il cinema è il simbolo dell’arte nuova. In Italia Pasolini si scaglia contro la società dei mass media che per lui conducono all’omologazione, al consumismo e ala distruzione di una cultura. 1. Come agiscono i mass media Le comunicazioni hanno un potere di monopolio, i mezzi di comunicazione sono i megafoni del potere. I media penetrano all’interno della famiglia e nella mente degli uomini. L’analisi negativa dei mezzi di comunicazione di massa ha come bersaglio la società. Alcuni filosofi della scuola di Francoforte, autori della teoria critica della società, hanno definito totalitarismo il capitalismo perché usa la cultura di massa e l’industria culturale per controllare gli individui psicologicamente in ogni momento della loro vita. L’industria culturale per Horkheimer e Adorno è uno strumento di manipolazione e usata per tenere sottomessi gli individui. Le comunicazioni di massa favoriscono l’accessibilità dei prodotti culturali ma negano l’autenticità della cultura e dell’arte. L’oggetto artistico ha un suo valore autentico mentre l’arte Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica-pasquariello (fedexdisegno@gmail.com) mercificata è simbolo di invasione sul mercato. La comunicazione ha un aspetto decisivo per la società, si ricerca quindi un rapporto positivo con l’opinione pubblica. Cinema Esistono diverse forme di interattività con lo spettatore prevalgono però due percorsi: il primo legato all’informazione e il secondo all’emozione. Il primo cinema dei fratelli Lumieres sceglie un luogo privilegiato, la fabbrica e l’arrivo del treno alla stazione simbolo della modernità. Il cinema inizia il suo percorso come strumento di analisi sociale, culturale e antropologica, nessuna tecnologia può uguagliarlo nel rappresentare la vita come essa è, nel suo istante che muta e scorre nel tempo. In secondo luogo, il cinema ha una visione emotiva e spettacolare, la potenza di far immedesimare lo spettatore dentro l’azione filmica. L’immagine in movimento fa riflettere sul movimento reale. Si impone il grande schermo nella sala buia, potenziato da tecnologie evolute e con la colonna sonora che accentua l’effetto realistico. Il cinema sarà la tecnologia di comunicazione dominante della prima metà del 900 fin quando non nascerà la televisione. Il cinema è predisposto per comunicare grandi azioni e grandi storie e per fare grandi gli spettatori in sala. Nei film si mostrano anche i capi da vicino partecipe delle grandi adunate e delle manifestazioni del regime nazista, mostrano proprio il Fuhrer che urla. La forza dell’immagine distrugge i privilegi e unifica al di la delle classi, generi. Nel film Olympia che documenta i Giochi olimpici di Berlino del 1936 si notano le diverse inquadrature utilizzate. Televisione Le comunicazioni di massa modificano lo spazio pubblico, trasformando il luogo fisico e ideale in un luogo dove le leggi sono state superate dal nuovo rapporto tra capo e folla, duce e massa. Non più un rapporto di regole ma di rapporto diretto, emotivo tra leader e folla che lo sostiene. La radio è lo strumento più immediato, il discorso di uno arriva a tutti in tempo reale, dentro le case. Il cinema aveva cambiato i sistemi di comunicazione ma era sempre un fenomeno sociale, andare nelle sale voleva significare accettare prezzi e vedere insieme ad altri il film. La radio invece impone un meccanismo diretto e immediato, senza sale e file di attesa. La televisione intensifica il processo di informazione e darà l’illusione allo spettatore di partecipare. Secondo Meyrowitz le situazioni sociali sono contesti che prevedono comportamenti e ne escludono altri, il provato non deve essere nascosto ma esibito. La tesi di Meyrowits è che i media modificano lo spazio della nostra vita sociale. Egli sostiene che i media e in particolare la tv, hanno eliminato i confini tra palcoscenico e retroscena rendendo trasparente l’intera società. Attraverso la tv oggi è possibile conoscere i retroscena. L’informazione è la merce più preziosa. Il linguaggio della televisione si appropria degli eventi, delle cerimonie pubbliche che caratterizzano la storia di un popolo. Scompaiono i confini tra pubblico e privato, eclissando le differenze sociali. Se il cinema faceva grande lo spettatore, nella televisione i grandi eventi diventano familiari a tutti. Dayan e Katz sostengono che la trasmissione di eventi storici rappresenta il momento di massima celebrazione della comunicazione di massa. Mostra i grandi poteri che i media hanno nel trasformare la società. La televisione fa si che lo spettatore non sia presente all’evento ma assistono all’evento reale del mondo accettando le regole che il potere mediatico impone. 2. Contro la società dei mass media: Pier Paolo Pasolini Pasolini è uno scrittore italiano che col suo linguaggio sottolinea la civiltà corrotta e va contro la società dei consumi. 2.1 Il lato oscuro della modernizzazione Document shared on www.docsity.com Downloaded by: federica-pasquariello (fedexdisegno@gmail.com) Per Pasolini l’individuo e la società possono anche regredire, come nella modernizzazione senza sviluppo, sottolinea quanto l’industrializzazione italiana si compie attraverso l’espansione del consumo dei beni privati piuttosto che i beni pubblici. Il lato oscuro della modernizzazione porta alla distruzione dei dialetti, stile di vita basato sul consumismo, cancellazione dei valori tradizionali. Nel 1975 scrive sul Corriere della Sera che si è distrutta culturalmente una popolazione, la tecnologia e l’industrializzazione è guidata solo da interessi economici e finanziaria. Per Pasolini la contraddizione più rilevante è l’opposizione tra il valore strumentale della funzione comunicativa di una lingua nazionale e il suo valore espressivo.