VI «tornerà l’estate dei risciò» —Paolo Montevecchi Chiedo non più, non più le strabocchevoli felicità degli anni d’oro — vere o forsanche presunte (d’oro?) —, quelle che attorno mi fioccavano, a cascata, schizzate come dal rifugio ermetico, brillante delle stelle; smarrito, intanto, perso al fondo delle orge spiraliformi e intense degli aromi tentacoli d’ambra mi carpivano. A che mi servirebbe: sono solo mangio troppo, sonnecchio tutto il giorno senza ritegno dietro i cristalli spioventi del meccanico mio fortilizio (un obitorio?). A volte capita che qualcuno incuriosito così come per gioco, per vedere che effetto fa (forse, per scherno) qualcosa mi ticchetti alla vetrata, neppure mi scompongo: lo licenzio sfuggente col sussiego di una mano. Come dentro una capsula del tempo incastrato a metà, sempre in attesa di un qualche evento assurdo e soccorrevole, di uno scatto impensabile, di un qualche grimaldello che fuori tempo massimo mi schiuda elisi inarrivabili neppure tanto bene immaginabili con l’ansia inerte di chi nei travagli di un parto riluttando sia controvoglia tratto a questo mondo da strattoni insperati di ventosa, mi aspetto sempre un segno provvidente, un gesto amico, un raggio verde, uno stocco di luce che perfori questa cappa di fumo sorda ed opaca, un occhiolino, una stretta di mano, qualcuno che mi dica “Tutto bene!” ... Ma già conduco qui una mia esistenza come un borgo sommerso sotto il pelo dell’acqua di quel lago, che una diga ha creato stracolmo di rimpianti, silenzioso ed occulto, surreale come il sopore in cui mi perdo: ecco i momenti più belli sono questi, perché io già lo so che sognerò che tornerà l’estate dei ricsciò: l’estate dei ricsciò ritornerà! Già mi pare anche adesso di vederli perfino di sentirli liberi, immobili a mezz’aria pronti — appena reclinati — alla foga cursoria degli zoccoli sui selciati d’intorno alla Città Proibita a Pechino oppure fragorosi di polvere (di sabbia) addosso al lungo- mare di Cesenatico o di Cervia a quattro ruote a mo’ di biciclette, sempre più strombazzanti, più convulsi, ma qui mi lascio andare e mi assopisco, non penso più, perché, perché io già lo so che sognerò che tornerà l’estate dei ricsciò: l’estate dei ricsciò ritornerà! 1986-1987; 9 luglio-18 agosto 2024